L'ANALISI
30 Gennaio 2023 - 05:25
SESTO - Raggiro via cavo sventato per un soffio in paese. Se fosse andato a segno, in pochi minuti avrebbe svuotato il conto della vittima di almeno tremila euro. La «truffa informatica», come è stata definita nella denuncia che la vittima, una sessantenne, ha sporto ai carabinieri, è storia di venerdì pomeriggio. «Poco prima delle 16 mentre io e mio marito facevamo la spesa al supermercato - racconta la donna - ho ricevuto la telefonata di un uomo dall’accento meridionale che si spacciava per un funzionario della Nexi Pai (azienda che offre servizi per il pagamento digitale a banche, aziende e istituzioni pubbliche, ndr.) che, con fare molto professionale e modi garbati, chiamandomi per nome, mi ha detto che stavano aggiornando i miei dati. Sapeva anche il nome della banca di cui sono cliente e conoscendo il mio numero di cellulare non mi sono insospettita».
Prosegue la donna: «E’ stato talmente convincente che non ho avuto il minimo dubbio che potesse trattarsi di un tranello e gli ho quindi letto il numero della mia carta di credito, i tre numeri del Cvc e il codice segreto, poi mi ha chiesto quanti soldi avevo sul conto corrente e la cosa è finità lì; dopo qualche minuto mi sono però arrivati sul telefonino alcuni messaggi con la richiesta di confermare gli acquisti che si cercava di fare in un negozio di Afragola in Puglia per quasi 3mila euro e quindi ho capito che si trattava di una grossa fregatura, allora non ho dato la conferma e ho chiamato subito il servizio clienti di Nexi per bloccare la mia carta. Poi – continua la vittima - abbiamo richiamato il truffatore chiedendogli di annullare tutto con la scusa che, non trovandoci a casa, volevamo essere sicuri di avergli dato i dati giusti, ma lui ci ha risposto che Nexi ci avrebbe sospeso il servizio per tre mesi».
Conclude la sessantenne: «Non voglio passare per la persona tonta che si fa abbindolare facilmente, anche perché queste brutte persone sono così abili, ti plagiano a tal punto che le consideri credibili e in buona fede assecondi le loro richieste. Sto male ancora adesso e continuo a controllare il bancomat per vedere se mi hanno scalato dal conto dei soldi».
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