L'ANALISI
29 Gennaio 2023 - 05:20
CREMONA - Un supporto tecnologico da utilizzare direttamente sul campo, con benefici immediati e a lungo termine, per ottenere servizi migliori in generale e più mirati. Come anticipato dal comandante della Polizia locale di Cremona, Luca Iubini, nella conferenza di presentazione dei dati dell’attività del 2022, da lunedì scorso è ufficialmente partito il progetto sperimentale riguardante il Corpo cittadino, che grazie ai fondi stanziati dal Pnrr da qualche giorno può dotare i propri operatori su strada di un nuovo e prezioso dispositivo. Sono una dozzina gli agenti impegnati in questa prima fase della sperimentazione, che sul territorio cittadino durerà circa un mese e che aspira innanzitutto ad una maggiore immediatezza nel disbrigo delle operazioni di routine.

«Il palmare in dotazione agli operatori – spiega il Comandante Iubini – permetterà loro di compiere diverse azioni sul campo con maggiore velocità, con un ovvio vantaggio non solo in termini di tempo, ma anche a livello di agilità della macchina organizzativa. Operazioni come la visura di targhe o l’accesso a determinate banche dati diventeranno possibili anche senza richiedere l’appoggio della centrale operativa, un passaggio in meno che alleggerirà il carico di lavoro della centrale stessa e che porterà ad un minore affollamento dei canali radio».
Una digitalizzazione del lavoro su strada che coinvolge anche altri aspetti: «Il dispositivo consentirà agli operatori la compilazione e la firma digitale dei verbali, un metodo che, oltre a snellire i tempi, credo possa offrire più chiarezza e anche più sicurezza». Quattro giorni di sperimentazione sono probabilmente pochi per tracciare un bilancio, ma dal comandante filtra un cauto ottimismo: «Ovviamente è presto per avere un’idea precisa, ma questi primi giorni non hanno fatto registrare grossi intoppi. Sbilanciarsi già ora sul buon esito del progetto è prematuro: sono convinto che sia un software che ci può dare una grossa mano, ma la sperimentazione serve proprio a correggere qualche sbavatura del sistema e a dare modo agli operatori di prendere confidenza con le novità».

Di sicuro, al netto di eventuali aggiustamenti e di accorgimenti da individuare sul campo per ricalibrare operatività e, di conseguenza, risultati, il progetto punta in alto e non intende fermarsi alla semplice velocizzazione del lavoro. Al contrario, ambisce a fornire alle Forze dell’Ordine un approccio più scientifico all’analisi dei dati, con l’obiettivo di arrivare ad una vera e propria mappatura degli eventi sul territorio.
«La geolocalizzazione delle operazioni svolte sarà fondamentale – precisa ancora il comandante — perché permetterà la creazione di un database suddiviso per luoghi, utile sia a fine di consultazione che di prevenzione delle problematiche. Raccolta di segnalazioni, controllo dei documenti ed eventuale recupero di veicoli rubati o abbandonati sono solo alcuni dei dati che verranno registrati e che saranno messi a disposizione anche delle altre Forze dell’Ordine». Dati che risulteranno essere preziosi in diversi ambiti, non ultimo quello criminologico, ma che avranno bisogno di tempi adeguati per acquisire rilevanza.

«A livello operativo è previsto un primo controllo tra una decina di giorni, più o meno a metà di questa fase della sperimentazione. Credo però sia necessaria una base dati almeno annuale per poter avere un punto di partenza sul quale lavorare, per analizzare inferenze e provare a desumere sequenze. L’obiettivo è arrivare ad avere elementi sufficienti per creare una mappatura cittadina del rischio». Un progetto che è per il momento è un work-in-progress, ma che per la Polizia locale vuole essere un primo passo, già significativo, verso il miglioramento globale del servizio. Vigili 4.0. Sul campo, come prima. Ma con il digitale come nuovo alleato.
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