L'ANALISI
28 Gennaio 2023 - 10:14
CREMONA - Quando gli nominavi Ladislao Mittner, storico della letteratura tedesca attivo nella prima metà del XX secolo, gli si illuminavano gli occhi verdi e diceva: «È un grande storico che ti immette nella cultura tedesca». Era questo Giovanni Borsella, professore di tedesco, germanista, traduttore e interprete, scomparso ieri a 87 anni.
«Mio padre amava la cultura germanica, era un uomo a tutto tondo, innamorato della cultura per la cultura, senza altri obiettivi», racconta il figlio Guido Borsella. L’insegnamento era stata la sua vita, poi l’impegno politico, iniziato al fianco del senatore Ernesto Vercesi fino all’esperienza con la maggioranza Dc-Pci di Alfeo Garini.
Marilù Ghizzoni così ricorda Borsella, modi diretti, tono di voce entusiasta e assertivo: «Quando ero studentessa al Manin, eravamo in poche a fare tedesco, era un uomo affascinante, con i suoi occhi verdi era carismatico. Si faceva lezione in biblioteca, seduti su grandi poltrone. Seppe farmi amare la cultura e la lingua tedesche». Ed è sempre Ghizzoni a ricordare come gli incontri con Borsella fossero sempre «gravidi di bellezza e intelligenza».
Il suo rapporto intellettuale con don Alberto Franzini fu intenso e proficuo, l’amore per la cultura e un senso profondo di rispetto e amore per la vita lo portarono a condividere il Movimento per la vita con Paolo Emiliani. Il ricordo di Giovanni Borsella professore va agli anni di insegnamento alla media Campi, mentre il figlio Guido ne ricorda la passione politica, l’impegno nella commissione toponomastica «e la battaglia per intitolare una via ad Aldo Protti, che visse con grande trasporto e con il senso di responsabilità di un uomo di cultura che agiva sempre con disinteressata passione», continua il figlio Guido.
Con Giovanni Borsella scompare una di quelle figure che fanno la storia di una città. Raccontandone il temperamento e la passione.
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