L'ANALISI
28 Gennaio 2023 - 09:10
CREMA - Nonostante le rassicurazioni della Caritas, il «progetto dormitorio» della Diocesi continua a togliere il sonno ai residenti di Borgo San Pietro, che hanno fatto scattare l’«allarme sicurezza» con una petizione. A stemperare le tensioni interviene ora un illustre concittadino, storico frequentatore della parrocchia del quartiere: Gianni Risari, deputato dei Popolari a cavallo dei Duemila ed ex assessore ai Servizi sociali, mira a distendere i nervi di chi non riesce a vedere di buon occhio il trasferimento del rifugio per senzatetto nella canonica sampietrina.
«Ho potuto constatare la proficua collaborazione consolidatasi nel tempo fra amministrazione comunale e sistema diocesano — spiega —. Va tenuto presente come a Crema convergano da più parti persone con fragilità di vario genere che, spesso, non hanno un posto dove dormire. Un tema complesso, a cui la Diocesi ha saputo offrire una risposta efficace con l’apertura del rifugio San Martino, in via Civerchi. In questi anni il servizio si è confermato virtuoso anche sul profilo dell’integrazione nel tessuto civile».
D’altro canto, Risari rileva come «il Comune abbia saputo riqualificare con successo la zona di San Pietro con la creazione di numerosi alloggi popolari». Insomma: un modello vincente di coesione. Risari, quindi, prosegue: «Crema, la più piccola Diocesi della Lombardia, ha sempre avuto ottimi vescovi. E monsignor Daniele Gianotti non fa eccezione: con stile discreto e idee chiare sta portando avanti, insieme a sacerdoti e laici, un aggiornamento dell’attività complessiva diocesana che punta ad adeguare la presenza della Chiesa alle esigenze della società. Nel quadro di questa azione rientra il potenziamento della Caritas, che ha la fortuna di poter contare su volontari. E io credo che la cittadinanza debba dire grazie alla comunità diocesana, capace di mettere in pratica ciò che l’amministrazione pubblica non può fare».
Dopo le premesse, la spiegazione: «L’ex canonica avrebbe potuto essere riqualificata con l’obiettivo di monetizzare attraverso la realizzazione di piccoli alloggi, invece si è preferito destinarla a uso sociale. Penso che questa sia stata una bella scelta. La ristrutturazione renderà il luogo ancor più funzionale e sicuro».
Poi, il pungolo: «La collaborazione della sfera pubblica sarà comunque importante: credo che una presenza frequente delle Forze dell’ordine possa contribuire ad alimentare il senso di sicurezza e a prevenire qualsiasi problema». Obiettivo, questo, prioritario anche per la stessa rete dell’accoglienza: «In quelle stesse camere dormono anche i volontari, che offrono un presidio essenziale — sottolinea Risari —. Anche il vescovo stesso si è prestato come volontario nel dormitorio di via Civerchi». Infine, l’appello ai residenti del quartiere: «Non disprezzo chi si sta preoccupando — dice Risari —, ma invito tutti a valutare la nuova struttura di accoglienza come un’opportunità. Chi sarà disposto a collaborare non farà altro che aiutare a rivalutare questo spicchio di città».
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