L'ANALISI
25 Gennaio 2023 - 05:05
Leone mentre mostra il degrado di un alloggio, di fianco la palazzina
CREMA - I muri sono intrisi di umidità, con macchie di muffa ovunque sulle pareti e il conseguente fastidioso odore. L’intonaco esterno è scrostato in più punti e le ante in legno delle finestre sono talmente consumate e piene di crepe che potrebbero cadere da un momento all’altro. La porta di ingresso alle scale della palazzina non ha più nemmeno la serratura, dunque rimane aperta notte e giorno, e il citofono è mezzo rotto. A un osservatore distratto l’edificio di via Galli 2, ai margini del quartiere di Santa Maria, potrebbe sembrare abbandonato. In realtà ci abitano 14 famiglie, alcune sono lì da decenni.
Italiani e stranieri, nessuna questione legata a cattivi rapporti di vicinato, ma enormi problemi dovuti all’incuria e al degrado in cui si trova l’ex scuola elementare del quartiere. Lo stabile è di proprietà comunale, ma gestito dall’Azienda regionale per l’edilizia residenziale, come tutti gli altri edifici adibiti ad alloggi di proprietà dell’ente di piazza Duomo. Gli appartamenti sono dunque quelli comunemente definiti popolari, assegnati tramite graduatoria e con affitti calmierati. Il prezzo pagato dagli inquilini è mediamente tra i 100 e i 150 euro al mese, a seconda della metratura dell’abitazione e del reddito. Gli inquilini sono esasperati, stanchi di un degrado che si trascina da anni, hanno deciso di denunciare pubblicamente le condizioni in cui sono costretti a vivere.
«Siamo ridotti così da anni – racconta Vincenzo Leone –: segnalazioni ne abbiamo fatte a decine. Non è cambiato niente. Io abito qui con mia moglie dal 2014. Quando sono entrato in casa i muri erano bianchi, senza una macchia. Dopo il primo inverno è cominciato il disastro. Camera da letto e bagno sono da vedere. C’è muffa ovunque. Anche la parete della sala che dà verso l’esterno ne è invasa. Noi facciamo il possibile utilizzando prodotti appositi, abbiamo anche acquistato due deumidificatori, come ci hanno detto dall’Aler, ma nulla è migliorato».
Nelle condizioni dell’appartamento dei coniugi Leone sono anche gli altri alloggi. «Una famiglia marocchina con cinque bambini piccoli è scappata, non potevano far vivere i bambini in una casa in simili condizioni – prosegue l’inquilino –: i figli di un’altra signora molto anziana hanno provato per anni a intervenire, ma senza risultati. Ci dicono di tenere areati i locali per contrastare la formazione di muffa. Ma come si fa in inverno, a maggior ragione oggi con il riscaldamento che costa un occhio della testa. La verità è che questa palazzina farebbero prima ad abbatterla e ricostruirla che a recuperarla. Me lo hanno detto i tecnici, passati per un sopralluogo».
Il problema per il Comune sarebbe innanzitutto quello di ricollocare i 14 nuclei in abitazioni idonee. «Da quello che sappiamo, non vengono effettuati lavori di manutenzione dal 1985 – conclude Leone –: poi, però, se ritardi anche solo di un giorno il versamento dell’affitto ti mandano la lettera».
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