Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Toga d'oro per Attilio Guarneri: 50 anni nel Foro

E l’avvocato ripercorre i grandi cambiamenti della professione: l’analisi sociologica

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

23 Gennaio 2023 - 16:41

Toga d'oro per Attilio Guarneri: 50 anni nel Foro

Marzia Soldani consegna la Toga d’oro, la medaglia per il riconoscimento dei 50 anni di professione ad Attilio Guarneri

CREMONA - Il 20 aprile del 1972 si iscrisse all’albo dei procuratori legali. Avvocato stimato dal Foro cremonese, ma anche al di fuori, il professor Attilio Guarneri, classe 1946, ha anche insegnato Diritto privato all’Università di Parma. Tra le sue allieve, c’era Marzia Soldani, oggi presidente dell’Ordine degli avvocati che al professore con il quale sostenne l’esame, ha consegnato la Toga d’oro, la medaglia per il riconoscimento dei 50 anni di professione.

Nel suo intervento, Guarneri ha ripercorso i grandi cambiamenti avvenuti nella professione, attraverso un’analisi sociologica. «L’avvocatura era una professione di pochi, di pochissime persone, elitaria. Già per ragioni, ahimè, di classe — ha spiegato la toga d’oro—, perché la professione, tradizionalmente, era espressione della borghesia e della classe dirigente. Da un lato , c’era la sezione di classe, dall’altro una selezione scolastica spaventosa». Con la legge Codignola dell’11 dicembre del 1969, nacque l’università «di massa». «Codignola 'liberalizzò' l’accesso alle facoltà universitarie».

Ricorda, il professor Guarneri, come l’avvocatura fosse «una professione maschile/maschilista, ancora una volta per ragioni di costume sociale. E, in magistratura, per ragioni giuridiche, perché fino al 1965 le donne non potevano accedere al concorso di magistratura. Adesso, le donne sono in maggioranza, tra qualche anno le quote azzurre saranno estremamente ridotte». Ed ancora, come l’avvocatura fosse «territoriale. Erano molto rare le uscite dal territorio». Un’ avvocatura «rigorosamente in presenza e cartacea in un mondo in cui non c’erano le fotocopie. Gli atti si dovevano trascrivere a mano».

Oggi, nel civile, si fa tutto «on line». Un’avvocatura «tuttologica, mentre oggi è un’ avvocatura molto specializzata. Ognuno si occupa di una parte del diritto che, nel frattempo, ha avuto un numero di regole enormemente maggiori. Basti pensare al diritto di famiglia». Guarneri ha citato la celebre espressione del giurista Arturo Carlo Jemolo: «La famiglia è una isola che il mare del diritto deve solo lambire».

«Il diritto di famiglia non aveva contenzioso - ha proseguito la toga d’oro —, perché era una società gerarchica, il matrimonio era eterno, i figli rigorosamente legittimi». Poi, «è arrivata la crisi coniugale, la posizione della donna completamente diversa, le separazioni, il divorzio sempre più facile e sempre più breve, i figli dentro e fuori il matrimonio. È arrivata la disciplina delle convivenze more uxorio. E il Dna». Guarneri ha citato, tra gli altri, il caso dell’ex calciatore della Roma, Paulo Roberto Falcao, condannato dal Tribunale superiore della giustizia brasiliana a riconoscere un figlio avuto in Italia quando militava ancora tra le file giallorosse.

«Al di là delle convivenze more uxorie, ricordiamo anche le unioni civili». Insomma, «un mondo davvero cambiato e che cambierà ulteriormente: il cartaceo che scompare, il sistema delle fonti per cui abbiamo una marea di regole ormai elettroniche, altro che le tavole in bronzo della legge romana. Un mondo dove noi abbiamo il problema centrale della giustizia lenta che adesso si cerca, giustamente, di accelerare, perché in un mondo globalizzato c’è una enorme quantità di investimenti. La stessa Banca Mondiale dice che l’Italia è indietro.

Non solo la giustizia, ma, attenzione, anche la pubblica amministrazione. Per avere una autorizzazione a costruire, ci metto x tempo, per avere un’autorizzazione ad avviare una Startup ci metto y. In Irlanda in due giorni ho tutto. Proprio perché la giustizia civile è lenta, bisogna correre verso quelle forme alternative di soluzione della lite che, tra l’altro, la magistratura, il legislatore favoriscono». Vale a dire: trattativa, mediazione, tentativo di conciliazione «che alleggerirebbero i processi accumulati nelle nostre cancellerie. La cultura della trattativa e la cultura extragiudiziale. Ci sono studi a Milano che non fanno cause, ma contratti. Si fa tutto in sei mesi, non in sei anni. Per i giovani si aprono delle prospettive di contenzioso . L’avvocato può disegnarsi degli spazi».

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400