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«Deserto sanitario» anche in provincia: meno medici e specialisti

L'analisi di Cittadinanzattiva mette in evidenza una situazione sempre più preoccupante: i numeri e le emergenze del territorio

Andrea Gandolfi

Email:

agandolfi@laprovinciacr.it

23 Gennaio 2023 - 05:30

«Deserto sanitario» anche in provincia: meno medici e specialisti

CREMONA  - I medici di Medicina Generale: sono 184, uno dei numeri più bassi nel confronto con le altre province lombarde. I ginecologi: 28, uno ogni 5.952 donne over 10. I cardiologi: 51, uno ogni 6.097 residenti over 15. E i farmacisti ospedalieri: 16, uno ogni 22.244 persone. Così, a fronte dei numeri, aumenta anche in provincia di Cremona il fenomeno della ‘desertificazione sanitaria’, una crescente mancanza di personale che insieme ad altri temi strategici per il comparto occupa naturalmente un posto di rilievo fra i temi al centro della campagna elettorale in vista delle prossime elezioni regionali. Con un territorio che già messo a durissima prova dagli anni del Covid, ora si ritrova sempre più esposto e scoperto sul fronte della disponibilità di professionisti sanitari.

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medici

Lo certifica l’analisi messa a punto e presentata da ‘Cittadinanzattiva’ — guidata dal segretario generale Anna Lisa Mandorino — proprio in ordine ai ‘deserti sanitari’ italiani e alle misure previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Studio dal quale risulta con chiarezza che a livello nazionale mancano medici (sia di famiglia che ospedalieri), ma anche infermieri e pediatri. In particolare nelle zone periferiche ed ultraperiferiche delle aree interne; territori nei quali le persone riscontrano particolari difficoltà ad accedere alle cure, a causa ad esempio dei lunghi tempi di attesa, della scarsità di personale sanitario o delle ampie distanze dal punto di erogazione delle cure.

«E il problema — sottolinea Mandorino — rischia di non essere colmato dai fondi messi a disposizione per il Pnrr», che per la provincia di Cremona prevede 4 Case di Comunità, 2 Centrali operative e 3 Ospedali di comunità.

Per quanto riguarda i ginecologi, il dato cremonese — seppure migliore di tanti altri — è peggiore della media nazionale, che calcola in 4.132 le potenziali pazienti per ciascun medico di questa specialità.

Nel rapporto tra cardiologi e popolazione generale, invece, Cremona si piazza al di sopra della media nazionale (uno su 6.741) e in assoluto è la migliore provincia della Lombardia: con i suoi poco più di 6.000 potenziali pazienti per cardiologo, la situazione è ad esempio molto distante da quella di Como, dove la platea arriva a sfiorare le 20 mila persone.

Anche in ordine ai farmacisti ospedalieri, nelle strutture cremonesi la situazione è migliore che nella media italiana: 22.244 residenti per uno specialista, contro 26.182.

Tenendo presente le 39 province dove gli squilibri, tra numero di professionisti e cittadini, sono più marcati, primeggiano la Lombardia (Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Lodi e Milano) e il Piemonte (Alessandria, Asti, Cuneo, Novara, Torino e Vercelli) con sei province, seguite dal Friuli Venezia Giulia (Gorizia, Pordenone, Udine, Trieste) e dalla Calabria (Cosenza, Crotone, Reggio Calabria, Vibo Valentia) con quattro. Poi Veneto (Treviso, Venezia, Verona), Liguria (Imperia, La Spezia, Savona) ed Emilia Romagna (Parma, Piacenza, Reggio Emilia) con tre province a testa, Trentino Alto Adige (entrambe le province autonome di Bolzano e Trento) e Lazio (Latina e Viterbo).

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