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PIADENA, VHO, DRIZZONA

Il vescovo in visita pastorale: «Volevo fare altro nella vita ma poi si è accesa una luce»

«Full immersion» nella realtà locale da parte del presule Antonio Napolioni: «Conoscevo il vostro paese grazie al Duo»

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

21 Gennaio 2023 - 05:15

Il vescovo in visita pastorale: «Volevo fare altro nella vita ma poi si è accesa una luce»

Don Antonio Pezzetti, don Andrea Bani, il vescovo Antonio Napolioni e il preside Umberto Parolini nell’aula magna della scuola

PIADENA DRIZZONA - Prima l’incontro con il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Gian Maria Sacchi Umberto Parolini, poi con i bambini di quarta e quinta elementare e successivamente con i ragazzi di seconda e terza media. È iniziata così, ieri alle 9,30, la «full immersion» nella realtà locale da parte del vescovo Antonio Napolioni, che oggi vive il suo secondo giorno di visita pastorale tra Piadena, Vho e Drizzona. Ad accompagnarlo il parroco don Antonio Pezzetti e don Andrea Bani, che lo stesso presule, il prossimo giugno, ordinerà sacerdote.

Il presule durante l’incontro con gli amministratori


Nell’aula magna della scuola Napolioni è stato accolto da due striscioni colorati con la scritta «Benvenuto vescovo». È quindi iniziato un colloquio con gli alunni della primaria che hanno posto al presule diverse domande, quelle che incuriosiscono di più i bambini. Ad esempio: come si fa a diventare vescovo? «È una sorpresa. A un certo punto arriva una telefonata che ti invita ad andare a Roma e lì ti annunciano l’incarico. Il Papa decide, dopo aver sentito altri vescovi. Io sono diventato vescovo il 30 gennaio 2016, avevo 58 anni. Adesso ne ho 65 e sono il vescovo numero 108 nella storia della Diocesi di Cremona. All’inizio non pensavo a diventare prete, studiavo Giurisprudenza, volevo farmi una famiglia, ma dopo due anni mi si è accesa una luce nuova e sono entrato in Seminario. Poi ho studiato altri tre anni dai Salesiani».

Con le seconde e terze medie

Da quanti anni crede in Gesù?, un altro quesito. «Non lo so, perché Gesù è entrato in me quando non me ne rendevo conto. Ma a 12, 13 anni mi buttai nell’esperienza degli Scout, realtà che sarei felicissimo nascesse anche a Piadena. Poi a 16 anni ricominciai. E lì è iniziato tutto». A chi gli ha chiesto «come ci si sente a fare il vescovo», Napolioni ha risposto: «Spesso non dormo. Avere una famiglia numerosa è bello e dà gioia e fatica, ma non sono da solo, c’è Gesù, e quando torno a lui ritrovo la pace».

Con le quarte e quinte elementari

Inevitabile la domanda sulla giornata tipo: «Abito a Cremona, in un palazzo enorme, ma lì sono stato messo. Dalle sei e mezza alle nove sono da solo: mi sveglio, mi lavo, faccio colazione, leggo il Vangelo e i giornali. Ascolto le persone, riunisco i sacerdoti per guidare le scelte, celebro messa, a volte da solo. Leggo, scrivo, rifletto. È un lavoro difficile, ma bello farlo con la comunità, perché la Chiesa deve essere fraternità e condivisione». Il vescovo, si è appreso, ora tifa «la Cremonese e la Nazionale. Da giovanissimo comprai la maglietta della Juve, ma non la seguo, anche perché don Antonio (incrollabile milanista, nda) non sarebbe d’accordo».

A seguire l’incontro con i ragazzi delle medie. Poi tappe a San Paolo, alla Rsa San Vincenzo e in municipio, con l’amministrazione comunale. In sala consiliare monsignor Napolioni ha posto diversi quesiti, per conoscere meglio la realtà piadenese. «Quando sono diventato vescovo – ha detto – Piadena era uno dei pochi centri che conoscevo di nome, grazie al Duo». Dal colloquio è emerso tra l’altro, come parrocchia e Comune collaborino sotto diversi punti di vista in ambito sociale. Stamattina primo appuntamento alle 9,30 al mercatino solidale degli Amici di Emmaus, in via Bassa.

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