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SORESINA IN LUTTO

In centinaia alla parrocchiale per l'ultimo saluto ad Adalberto Cogrossi

Scomparso lunedì a causa di un malore alla guida che è sfociato nello schianto violento contro il sottopassaggio ferroviario per Annicco. «Amico», è la parola sulla bocca di tutti per descriverlo

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

19 Gennaio 2023 - 17:26

In centinaia alla parrocchiale per l'ultimo saluto ad Adalberto Cogrossi

SORESINA - In centinaia, oggi, hanno riempito la parrocchiale di San Siro, quella che Adalberto Cogrossi, uomo di fede sincera e profonda, frequentava ogni domenica per dargli l’ultimo commosso saluto dopo la sua dipartita a soli 54 anni. La causa un malore alla guida che è sfociato nello schianto violento contro il sottopassaggio ferroviario per Annicco lunedì pomeriggio. Il suo cuore si è fermato, poi l’incidente fatale.

«Amico», è la parola sulla bocca di tutti per descrivere una figura carismatica e un punto di riferimento in grado di scrivere la storia del mondo solidale soresinese. Presidente della Acutis, la polisportiva dell’oratorio, dell’associazione culturale San Siro e vice nel consiglio pastorale, consigliere nella scuola Immacolata e poi ancora numero due del Soresina Music Movement, sostenitore del Magico Basket, dell’Airett, professionista nella finanza e la lista potrebbe continuare quasi all’infinito. Cogrossi ha aiutato e ispirato tanti e non è stato dimenticato.


La lunga processione, sotto la pioggia battente, raggiunge la via Genala con un corteo interminabile. In chiesa più fedeli che posti a sedere. Ai lati siedono i piccoli atleti e i suoi compagni musicisti. Sull’altare tutti i sacerdoti della città ma soprattutto due grandi amici, il curato dell’oratorio Alberto Bigatti e don Angelo Piccinelli, il parroco a cui è affidato l’onere e l’onore dell’ultimo saluto dal pulpito. La voce rotta dalle lacrime più volte, ma si fa coraggio per confortare tutti, in primis la moglie Laura e le figlie Giulia e Susanna: «Caro amico, il tuo sacrificio ci pone interrogativi gravi. Cosa conta, davvero, nel tempo? la risposta la troviamo nella tua dedizione alla comunità. In tutto ciò che hai fatto ci hai messo la testa ma soprattutto il cuore. Un cuore capace di amare tanti, come quello di Gesù. Un cuore, come quello di Cristo, trafitto».

A portar via ai suoi cari e alla città Cogrossi è stato proprio un arresto cardiaco. Il riferimento, delicato e metaforico, nella chiosa dell’arciprete: «Chi ama si spende e consuma il suo cuore. Il cuore lacerato è un’icona d’amore senza equivoci. E tutto appartiene all’amore. Perché è sull’amore che, da Dio, alla fine verremo giudicati. Per questo e per quello che sei stato ti abbiamo accompagnato a lui orgogliosi di te, grati per tutto ciò che hai fatto e che ci hai dato».

FOTO: FOTOLIVE/JACOPO ZANINELLI

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