L'ANALISI
15 Gennaio 2023 - 15:26
Gianluca Vialli con la fiaccola olimpica in piazza del Comune
CREMONA - Gianluca Vialli portò la bandiera olimpica alle Olimpiadi invernali di Torino 2006, con tappa indimenticabile nella piazza del Comune della sua Cremona. Non era stato un caso: anche il Cio, all’epoca, aveva visto nel campione cremonese scomparso qualcosa di diverso, quella personalità e quel carisma, oltre alla classe naturale, che hanno poi fatto la differenza sul campo e nella vita. Fino alla fine. Valori. Da esempio. «E vi garantisco che lì sono molto attenti al valore degli uomini e alla loro carriera sportiva — entra nel merito il presidente del Coni, Giovanni Malagò —. Ecco, per tutti questi motivi, ho parlato con Gravina e vogliamo dedicare a Gianluca il campo di preparazione olimpica del Giulio Onesti, dove la Nazionale si preparò agli Europei 2020. Luca è stato un grande calciatore, ma prima ancora patrimonio di tutto il nostro mondo, perché ha incarnato valori comuni a tutti gli sportivi», conclude il numero uno dello sport italiano.
E a Vialli, nelle ultime ore, è andato il pensiero di Marcello Lippi: «Cosa mi è rimasto nel cuore di Gianluca? La sua capacità di farsi voler bene e stimare da tutti. Era un leader, dentro e fuori dal campo», ricorda l’allenatore del bomber cremonese alla Juventus. Gigi Di Biagio non dimentica, invece, la passione di Vialli per il lavoro in Nazionale: «Lui era uno che riusciva bene in qualsiasi cosa facesse. Quando era allenatore al Chelsea, mi chiamava tutti i giorni e mi faceva la corte». L’ex Inter Riccardo Ferri aggiunge: «Vialli è stato un grande attaccante, di quelli che se li dovevi marcare ti levano il sonno alla vigilia. E soprattutto aveva grande carisma e personalità».
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