L'ANALISI
14 Gennaio 2023 - 11:17
L'ecomostro di via Indipendenza
CREMA – Per almeno altri due anni, l’ecomostro di via Indipendenza non potrà essere toccato. Il che significa che non potrà essere recuperato e rimarrà un cantiere abbandonato. Con buona pace degli abitanti del quartiere San Carlo, che da vent’anni sperano in una soluzione.
La Banca di Piacenza, che ha in corso un contenzioso legale con la Gerundo Center, proprietaria dell’immobile, ha infatti chiesto e ottenuto dal tribunale di Cremona una sospensiva di due anni. Nel provvedimento preso dalla sezione Esecuzioni immobiliari del tribunale si legge testualmente: "Il giudice dell'esecuzione, vista la nota depositata dal creditore procedente in data 9 gennaio 2023 con richiesta di sospensione del processo per mesi ventiquattro, ribadito il contenuto del proprio provvedimento in data 20.12.2022, sospende il processo per mesi ventiquattro da oggi decorrenti. Si comunichi anche a custode giudiziario ed esperto stimatore". Luogo e data: Cremona, 12 gennaio 2023. Firmato, il giudice dell'esecuzione avvocato Giorgio Trotta.
Per i prossimi due anni, dell’ecomostro non potrà essere toccato un solo mattone e tantomeno potrà andare all’asta. A chiedere l’avvio del procedimento giudiziario era stata la stessa Banca lo scorso anno, in quanto creditore ipotecario. La società Gerundo Center ha contestato le richieste dell’istituto di credito. E ha fatto di più. Ha avviato a sua volta un contenzioso legale presso il tribunale di Piacenza, nei confronti della stessa Banca, per il dietrofront nell’operazione di recupero che la Gerundo aveva concordato con il Comune, tramite una convenzione. Convenzione poi risolta per il mancato pagamento da parte della società proponente degli oneri di urbanizzazione (800 mila euro circa).
Risolto l’accordo, l’ente pubblico ha deliberato la restituzione alla Gerundo dell’area che era stata ceduta per realizzare un parcheggio pubblico. La sospensiva della Banca, che non vorrebbe perdere il parcheggio, frena anche questa operazione.
L’ecomostro era diventato un rifugio per sbandati e senza fissa dimora. L’estate scorsa, un uomo in condizioni disagiate era stato trovato senza vita all’interno del cantiere abbandonato. A seguito di questo fatto, il tribunale aveva chiesto lo sgombero dell’edificio, che si trova all’angolo con via Lago Gerundo, e la messa in sicurezza tramite rafforzamento della recinzione. Che ora dovrà reggere almeno per altri due anni, ma è già chiaro che per una soluzione ne occorreranno poi altri ancora.
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