L'ANALISI
CREMONA
13 Gennaio 2023 - 19:40
CREMONA - «Il numero delle vittime degli incidenti sul lavoro, nonostante i numerosi provvedimenti normativi con il quale si è nel tempo cercato di prevenirli, sono allarmanti e drammatici. Raccontano storie di vite spezzate, di famiglie distrutte, e di persone gravemente ferite, di uomini e donne che invocano giustizia. Persone che si appellano alle istituzioni e ai datori di lavoro, alla coscienza di chiunque sia nelle condizioni di rendere i i luoghi di lavoro posti sicuri in cui sia rispettata la dignità della persona».
Dall’«imperativo categorico che smuove la coscienza di tutti noi», arrivato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso del 9 ottobre scorso - Giornata Nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro - parte il prefetto, Corrado Conforto Galli, nel presentare e spiegare, oggi, «lo spirito» del ‘Protocollo d’intesa per il potenziamento della sicurezza sul lavoro nella provincia di Cremona’. Un patto di alleanza condiviso e sottoscritto «da tutti gli attori istituzionali, le associazioni di categoria e dai sindacati», ciascuno « coinvolto nel rispetto dei ruoli e delle responsabilità». Perché, lo rimarca il prefetto, «questo Protocollo non vuole sostituire niente e nessuno: ogni ente svolge egregiamente la propria attività», ma «lo spirito» è di «elaborare una strategia comune per aumentare la coscienza, la cultura, l’efficacia e la concretezza della sicurezza sui luoghi di lavoro». Gli infortuni sono una piaga nazionale, «a cui anche il nostro territorio non è immune». Come prevenirli? «Il documento si sviluppa su quattro fronti»: il prefetto li analizza.
Il primo riguarda il «monitoraggio dell’andamento del fenomeno infortunistico e delle malattie professionali nella Provincia di Cremona». «Si vuole mettere a fattore comune tutti i dati per analizzarli sotto i vari aspetti - spiega il prefetto - ad esempio del perché si verificano gli infortuni, se per tipologie contrattuali, per andamento economico». Il prefetto oggi non ha la risposta, ma il monitoraggio «serve per capire se esistano settori sui cui sia necessario intervenire con maggiore prontezza anche nell’azione della prevenzione».
Il secondo: la formazione ai datori di lavoro e ai lavoratori in aggiunta a quanto già previsto dalla normativa. Ma «il valore aggiunto» del Protocollo è il coinvolgimento del mondo della scuola, il terzo fronte. «Con l’Ufficio scolastico provinciale – evidenzia il prefetto - riteniamo che sia importante promuovere iniziative di sensibilizzazione per aumentare la coscienza, la cultura della prevenzione anche nel mondo scolastico. E, quindi, nei percorsi didattici e dell’educazione civica prevedere che vengano inserite specifiche lezioni sulla prevenzione per aumentare la coscienza anche nei ragazzi delle scuole superiori di secondo grado, i datori di lavoro e i lavoratori di domani». Collaborerà la Federazione provinciale dei Maestri del lavoro «che già svolge queste iniziative».
Quarto fronte: i sopralluoghi. «Ferma rimanendo l’autonomia di ciascun ente istituzionale che svolge compiti di vigilanza, sulla scorta dei momenti di confronto comune che noi faremo, si valuterà la possibilità di fare sopralluoghi congiunti anche in relazione a determinate criticità che dovessero emergere». Il Protocollo «è una cornice», ma già ieri «sono arrivati spunti di riflessione da sviluppare» con la convinzione del «valore che può avere la sua attuazione concreta».
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