Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

QUANDO IL LAVORO UCCIDE

Morti bianche, in città e in provincia è allarme

Cremona al 21º posto in Italia e al secondo in regione per infortuni letali in rapporto agli occupati

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

02 Gennaio 2023 - 05:15

Morti bianche, in città e in provincia è allarme

CREMONA - Con 8 incidenti mortali sul lavoro nel 2022 su una platea di 143.314 occupati la provincia di Cremona si colloca in piena «zona rossa», al 21º posto nella graduatoria stilata dall’Osservatorio sicurezza su lavoro della società Vega Engineering di Mestre. A conferma dell’allarme sollevato proprio nei giorni scorsi dalla Cisl Asse del Po, Cremona è tra le province lombarde con il dato più allarmante, preceduta soltanto da Mantova.


La graduatoria dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega Engineering è stilata a partire dai dati ufficiali Inail e prende in considerazione solo gli infortuni mortali accaduti in occasione di lavoro, con esclusione quindi di quelli in itinere ed è aggiornata al 30 novembre. Per rendere confrontabile il dato fra province con diversi livelli di occupazione, l’analisi prende in considerazione l’incidenza degli infortuni mortali, cioè il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati. La graduatoria è divisa in quattro «zone»: rossa, arancione, gialla e bianca. Con un dato pari a 55,8 infortuni mortali ogni milione di occupati, Cremona precede in Lombardia Brescia (46,2); Sondrio (41); Milano (in zona gialla con 24,1); Como (zona bianca, 23); Lecco (21,4); Lodi (19,7); Bergamo (18,9); Varese (16,1) Pavia (13,3) e, infine, Monza e Brianza (13,1).

Mauro Rossato


Spiega Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre: «In tutta Italia sono statati superati i mille morti nel 2022 e manca ancora un mese al bilancio annuale. Sono 1.006 i lavoratori che da gennaio a novembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud del Paese con una media di oltre 91 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 22 decessi alla settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno. Sono 722 gli infortuni mortali verificatisi in occasione di lavoro e 284 in itinere (cresciuti del 21,4% rispetto allo scorso anno quando era ancora assai diffuso lo smart working)».

«Nel periodo gennaio-novembre 2021 - continua -, invece, i decessi totali sono stati 1.116 e, come nei mesi scorsi, stiamo osservando un decremento della mortalità, purtroppo solo apparente. Infatti, ricordiamo come quest’anno siano quasi sparite le vittime sul lavoro correlate al Covid (10 su 909 secondo le stime degli ultimi dati disponibili di fine ottobre 2022). Lo scorso anno, invece, costituivano tragicamente oltre un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017). Ciò significa che gli infortuni mortali non Covid sono cresciuti del 22% passando dai 735 di fine novembre 2021 agli 899 del 2022. Quest’ultimo dato è del tutto analogo a quello del 2019, pre-Covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni».

Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 132, cioè oltre il 18,3% del totale. Anche qui l’analisi sull’incidenza infortunistica svela chiaramente come gli stranieri abbiano un rischio di morte sul lavoro più che doppio rispetto agli italiani. Gli stranieri infatti registrano 58,5 morti ogni milione di occupati, contro 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati. A livello di Regioni a finire in zona rossa alla fine dei primi undici mesi del 2022, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (32 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Basilicata, Campania e Calabria.

In zona arancione: Puglia, Umbria, Marche, Sicilia, Piemonte, Toscana e Veneto. In zona gialla, cioè sotto la media nazionale: Abruzzo, Molise, Lazio, Liguria, Emilia Romagna, Sardegna e Lombardia. In zona bianca, ossia la zona in cui l’incidenza delle morti sul lavoro è la più bassa: Friuli-Venezia Giulia. In numeri assoluti in cima alla graduatoria con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è — inevitabilmente a livello statistico — la regione con la maggior popolazione lavorativa d’Italia, cioè la Lombardia (115) che, per contro, come abbiamo visto in precedenza, presenta un’incidenza di infortuni mortali al di sotto della media nazionale.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400