L'ANALISI
CIAO LUCA
11 Gennaio 2023 - 05:00
CREMONA - A chiamare per primo «testòon» il compagno di mille battaglie, allora ancora alle prese con la sfida già complicata della malattia, era stato Antonio Cabrini, cremonese come Gianluca Vialli, ugualmente fuoriclasse: era il 15 dicembre scorso e l’ex terzino di Cremo, Juve, Nazionale e Bologna, campione del mondo nel 1982 in Spagna, si era rivolto all’ex bomber con parole commoventi in una lettera aperta che, pubblicata sul quotidiano La Provincia, aveva poi fatto il giro di giornali nazionali e testate televisive e web.
«Caro Gianluca, coraggio: non sarai mai solo nella tua battaglia — il messaggio accorato del bellissimo originario di Castelverde —. Se facciamo qualcosa, noi cremonesi lo facciamo ad altissimo livello, diventiamo un’eccellenza. E visto che due settimane fa alle storiche tre T di Cremona – Turòn, Turàs e… Tetàss – ne è stata aggiunta una quarta, la T di Tugnàss, io dico che dovremmo aggiungerne una quinta, la T di Testòòn. Perché noi cremonesi siamo dei testoni, abbiamo la testa dura e non molliamo mai. Quando giocavo, mi chiamavano ‘Chel che sburla anca quand finìs el camp’, quello che corre anche quando finisce il campo. Vale anche per te, Luca: continua a correre, continua a spingere. Perché il campo non finisce mai».
Ora, riprendendo proprio quel «testòon», è in un’altra lettera, idealmente spedita «all’amico di una vita», allo stesso modo bellissima ma già straziante perché scritta ad addio consumato, che a Stradivialli si rivolge Matteo Bonetti, cremonese, medico, grande appassionato di calcio, autore di un libro sull’attaccante. E, ora, di un saluto struggente che ritaglia su un campo di calcio particolare una nuova, infinita, partita speciale. Quella fra chi non c’è più. Eppure ancora c’è. E lassù, di nuovo corre sul campo degli immortali.
«Ciao, Gianluca: sei partito in fretta per questa lunga trasferta e appena arriverai all’ingresso del nuovissimo stadio troverai ad attenderti un certo Pietro (Vierchowod ndr). Lui ha le chiavi d’entrata e controlla tutto, ma non è duro in difesa come lo Zar. Giocherete il mondiale dei Santi e dei Beati, il girone di qualificazione è insidioso, con la Serbia di Sinisa (Mihajlović ndr), poi se passiamo nei quarti troviamo l’Olanda di Cruijff e in semifinale l’Argentina di Maradona, in finale sicuro il Brasile di Pelè», mette in fila le prime leggende, Bonetti. «La finale si giocherà il 9 luglio, un giorno speciale: per quella data vorrei farti un regalo, ma come per l’Europeo non so se arriverò in tempo, quindi vinciamo, festeggiamo e poi il regalo. Con te e Pablito (Rossi ndr) là davanti e Gaetano (Scirea ndr) al centro della difesa siamo imbattibili».
Posizionati con un modulo scelto insieme da quattro tecnici: «Con le nuove regole in panchina possiamo portare quattro allenatori: Azeglio Vicini, Enzo Bearzot, Vujadin Boskov e il Mondo. Vi allenerete in un campetto dove don Angelo (Scaglioni, parroco storico di Cristo Re ndr) vi verrà incontro per farvi entrare. Nel frattempo — si raccomanda Bonetti mischiando così calcio e vita, sport e ricordi — non dimenticarti che devi portare avanti le due rubriche Attenti a quei due e Mai dire moda. Per quest’ultima ho da proporti un capo che ho visto indossato da Cattelan in un campo di golf a Cremona che potremmo far mettere anche a Marcello Lippi per il carnevale di Viareggio». Poi ecco il Cabro che torna, a consolidare ancora quel legame di cremonesità che sfonda le generazioni e, adesso, anche la morte.
«A proposito: ti saluta il Cabro, chel che sbürla anca quand finis el camp. Lui a sinistra e l’Attilio (Lombardo ndr) a destra: i continua a currer, robe de matt». Racconta di un contatto con Ciro Ferrara, Bonetti: «Ho sentito Ciro: mi ha detto che grazie alla prima figurina spera finalmente anche lui di avere un po’ di successo col gentil sesso. Felice (Garzilli ndr) e Marco (Nicoletti ndr) mi hanno confidato che probabilmente Mario (Montorfano ndr) entrerà nel mondo del cinema per fare una parte importante in un film di Zorro: si pensa al servo muto... Fuor di battuta: siamo tutti a fare il tifo per te col Mancio, perché siamo certi che il finale sarà un trionfo e tutti insieme canteremo ‘Luca Vialli, Luca Vialli, Luca Vialli alè alè, noi ti amiamo e ti adoriamo, tu sei meglio di Pelè. In effetti ci manca solo la Coppa del Mondo, poi le abbiamo vinte tutte. Ciao «testòòn», l’importante è che tu sia felice».
E lo sarà. Pronto a metterla dentro di nuovo: di classe su un filtrante di Maradona, magari; di rapina dopo una serpentina di O Rei, forse; o di testa su un calcio d’angolo pennellato da Sinisa. Del resto, sapeva fare tutto, Stradivialli. Per la gioia di Vujadin Boskov, in attesa che «arbitro fischi»; e di Emiliano Mondonico che, chissà, potrebbe essere a bordo campo con la sedia in mano. Che squadra, gli immortali. Visti da quaggiù.
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