Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

CREMONA

Infettò la compagna con l'Hiv, atteso in aula il 28 marzo

Oggi si doveva difendere l’ex compagno, ma una malattia certificata dal medico di base gli ha impedito di presentarsi in tribunale per spiegare perché abbia nascosto di avere l'Aids per oltre 10 anni

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

10 Gennaio 2023 - 19:37

Contagiata da Hiv accusa l'ex compagno sieropositivo: «In quattro anni non me lo ha mai detto»

CREMONA - «Allo stato attuale, in base a tutte le conoscenze scientifiche, la malattia è insanabile. La terapia deve essere fatta tutta la vita». Roberto Stellini è infettivologo di Brescia. Con il medico legale Andrea Verzeletti, per conto della Procura ha esaminato il caso di Maria, infettata dall’Hiv dal compagno che le aveva nascosto di avere l’Aids. Lei lo ha scoperto per caso, la sera del 20 febbraio di due anni fa, quando lui, operaio di 50 anni, la chiamò per un incidente. Era finito fuori strada. «Puoi venire? Sono andata, ho chiamato i soccorsi, sono salita sull’ambulanza. Al Pronto soccorso lui era al Triage, io l’ho aspettato. Mi ha poi passato le carte, ho letto e scoperto che aveva l’Hiv. Sul referto aveva dichiarato di essere sieropositivo da più di dieci anni».


Maria, donna forte, parte civile con l’avvocato Alessandro Vezzoni, lo scorso settembre ha già raccontato ai giudici il suo dramma. Oggi si doveva difendere l’ex compagno, ma una malattia certificata dal medico di base gli ha impedito di presentarsi in aula e spiegare perché per anni quel suo segreto non lo ha mai confessato a nessuno, né in casa, né alla sua compagna. A spiegare perché e da che cosa si era convinto che non potesse contagiarla. Accusato di lesioni volontarie gravissime, assistito dall’avvocato Marilena Gigliotti, in aula è atteso per il 28 marzo prossimo.

L’avvocato Alessandro Vezzoni

Intanto, oggi, i consulenti tecnici Verzeletti e Stellini, a domanda del pm Gianmaria Fagnoni, hanno rimesso in fila la storia clinica dell’imputato, ricavata dal carteggio sanitario. «La prima evidenza di positività all’Hiv è documentata l’8 maggio del 2010, quando il signore viene preso in carico dagli Infettivi, ospedale di Piacenza. Il 25 maggio del 2012 risulta l’inizio della terapia con farmaci antiretrovirali», farmaci in grado di rallentare la progressione dell’Hiv. «L’ultimo dato disponibile sull’efficacia della terapia risale al 10 febbraio del 2017. Poi, non risultano più né visite né controlli fino al 12 luglio del 2019», quando l’imputato si presenta in ospedale a Piacenza per una polmonite e spiega che in ospedale non era più andato perché lavorava all’estero.

In questo intervallo temporale, risulta documentato che l’imputato abbia ritirato, soprattutto nel 2017 e due volte nel 2018 i farmaci antiretrovirali. Dopo l’esame del 2019, non c’è più evidenza di ritiro dei farmaci. Non possiamo escludere che la terapia sia stata ancora interrotta e la potenziale contagiosità dell’imputato fino a febbraio del 2020». Quando Maria scopre che il suo compagno ha l’Hiv e le si stravolge la vita.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400