L'ANALISI
09 Gennaio 2023 - 09:38
Leopoldo Oneta
CREMONA - Una richiesta inoltrata a settembre e ancora in sospeso. Protagonista l’Associazione Nazionale Mutilati Invalidi Civili (Anmic) che, tramite il presidente provinciale Leopoldo Oneta, tenta da mesi, e invano, di aprire un conto corrente postale. Ma tra la richiesta di Oneta e la sospirata attuazione del conto corrente, c’è un «muro burocratico» fatto di continue richieste di documenti, alcuni dei quali «paradossali», sottolinea Oneta.
«Sono ancora in attesa — dice Oneta — di sapere da Poste Italiane se abbiamo un conto corrente. Una situazione paradossale, se si considera che ho avuto la stessa necessità con una banca e in dieci minuti — dico dieci — ho aperto non uno, ma ben due conti correnti a nome dell’Anmic».
È amareggiato e un po’ irritato il presidente provinciale nello spiegare l’iter che dal settembre scorso sta portando avanti nel tentativo di aprire un conto corrente postale.
«Premetto che mi sono rapportato con un dirigente di Poste Italiane, con un fitto scambio di mail e telefonate, che è sempre stato disponibile, comprensivo e si è scusato spesso per il disguido. Ma il punto non è questo. Il punto è che la burocrazia rallenta tremendamente la richiesta, con il risultato che dopo quattro mesi non abbiamo ancora un conto corrente postale, un mezzo importante per la vita e l’attività della nostra associazione. Siamo partiti con il codice fiscale dell’associazione, poi hanno chiesto l’individuazione di tutti i titolari effettivi dell’associazione, ovvero i fondatori, i beneficiari e i titolari delle cariche legali, direttivi e amministrativi. In pratica, chiedevano i documenti relativi ai soci fondatori, se ancora in vita, e dei beneficiari e iscritti se reperibili. Una sorta di ‘missione impossibile’. Non viene considerato che l’associazione è un ente morale con personalità giuridica di diritto privato ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978. Infine, ho inoltrato l’atto costitutivo, lo statuto, il decreto direttoriale, l’attestazione del nostro notaio e una dichiarazione per motivi di antiriciclaggio. A questo punto di documenti ne hanno in abbondanza, ma del conto corrente ancora nessuna traccia».
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