L'ANALISI
09 Gennaio 2023 - 05:15
Gianluca Vialli e Massimo Mauro in posa per il calendario di Fondazione Sospiro
CREMONA - «Negli anni ci è capitato di interagire con parecchi personaggi famosi, ad occhio e croce quasi 160, e quasi paradossalmente ci siamo accorti di una cosa: le figure più importanti e altisonanti spesso sono state quelle più semplici e disponibili. Non è banalità o piaggeria quando vi dico che Gianluca era davvero una grande persona, con una serie di valori che diventavano tangibili con il solo stargli accanto».
La prematura scomparsa di Gianluca Vialli ha di certo lasciato un grande vuoto, ma anche una pluralità di voci pronte a onorare il ricordo di un campione che sapeva stupire e conquistare anche fuori dal campo. Le parole di Gianluca Rossi, presidente del Pepo Team onlus, sono intense e appassionate e man mano che i ricordi riaffiorano la voce un po’ trema, ma l’emozione lascia spazio a un sorriso, alla memoria di un personaggio costantemente sotto i riflettori ma ugualmente in grado di mostrare il proprio lato più umano e genuino.
Il punto d’incontro fra Gianluca Vialli e la Fondazione Sospiro fu il calendario promosso da quest’ultima, iniziativa nata nel 2007 e dall’anno successivo abbracciata anche dal quotidiano la Provincia, che nel periodo natalizio iniziò a distribuirlo gratuitamente, contribuendo a renderlo ormai una piacevole tradizione per i cremonesi. Una collaborazione fra i ragazzi e le ragazze ospiti delle strutture della Fondazione e celebrità del mondo dello spettacolo e dello sport nata per un nobile fine: la sensibilizzazione del territorio sulle disabilità intellettive e sull’autismo.
«Gianluca si spese per la nostra causa non una ma ben tre volte – racconta Rossi – precisamente per le edizioni del 2008, nel 2020 e nel 2021. Ciò che lo ha sempre contraddistinto è la capacità di spogliarsi del personaggio pubblico, mettendosi a disposizione con estrema umanità e sensibilità. Nel corso degli anni molti personaggi famosi hanno prestato il loro volto, ma metterci esclusivamente la faccia non era cosa per Gianluca: ci ha sempre trasmesso un sincero trasporto che raramente abbiamo visto negli altri vip».
Il compianto campione, come sottolineato dal presidente Rossi, non si spese solo a livello umano e di immagine, ma cercò di contribuire in tutti i modi possibili, anche vestendo i panni del «copywriter» nell’edizione del 2021, ovviamente complicata dalla pandemia e dall’impossibilità di organizzare i consueti shooting fotografici. «Ricordo la telefonata della sua segretaria londinese – rievoca Rossi – fu il primo di una lunga serie di contatti, ulteriore dimostrazione della serietà con cui voleva dedicarsi al nostro progetto. Ci propose, oltre ad inviarci le foto, di abbinare alle immagini alcune frasi motivazionali, delle quali avrebbe curato personalmente la scelta. Ci sembrò fin da subito un’ottima idea e naturalmente accettammo di buon grado».
Uno spessore umano che non aveva bisogno di esprimersi in maniera vistosa, ma che anzi era fatto di piccoli gesti ed attenzioni, finezze che solo un cuore sensibile ed umano poteva elargire. «Faccio fatica a trovare le parole giuste per descrivere quei giorni e quelle sensazioni – spiega Rossi – ma vi assicuro che avere a che fare con Gianluca ti dava davvero la sensazione palpabile di essere di fronte ad una persona non comune. Mi rendo conto che possa essere un’espressione banale ed abusata, ma Gianluca Vialli era davvero quel che si dice ‘una persona per bene’, per nulla aderente alla sua immagine di celebrità cremonese nel mondo».
Una genuinità che accomuna i grandi, tanto da spingere il presidente Rossi a paragonare lo straordinario calciatore a grandi figure che nulla avevano a che fare con lo sport. «Furono in pochi a colpirmi come Gianluca. Ricordo Dario Fo, che ci accolse nella sua casa mentre stava dipingendo, fermandosi a chiacchierare ben oltre il tempo delle foto. Oppure quando venimmo ricevuti da Umberto Veronesi nel suo studio, adottando un atteggiamento da nonno amorevole più che da scienziato. Gianluca era così: conscio della propria fama ma non per questo irraggiungibile. Anzi, una persona speciale, incredibilmente umana e, quel che più conta, vera nel senso più pieno del termine».
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