L'ANALISI
06 Gennaio 2023 - 18:38
CERMONA - È l’indiscusso maestro dei contrabbassi, è il liutaio che ha fatto dei giganti degli strumenti ad arco la sua specialità e festeggia quest’anno i quarant’anni di diploma alla scuola, sotto la guida dei maestri Giorgio Scolari e Stefano Conia. «Sono stati loro a indirizzarmi al contrabbasso — racconta Marco Nolli nella sua bottega, circondato dalle sue gigantesche creature —. Mai consiglio fu più azzeccato e quando ci si ritrova, ringrazio ancora Scolari perché è presso la sua bottega che ho cominciato ad appassionarmi ai contrabbassi».
E mai scelta fu più profetica e a darne conferma sono i risultati che Marco Nolli ha ottenuto fin da giovanissimo, assicurandosi nel 1988 la Medaglia d’oro al concorso internazionale Stradivari, proprio nella sezione contrabbassi, il che vuol dire aver avuto fin da subito il riconoscimento internazionale della sua arte.
E poi nel 1994 ottiene di nuovo il primo premio assoluto al concorso internazionale Stradivari, poi nel 2003 è Medaglia d’argento in un anno in cui non venne assegnato il primo premio, nel 2012 è di nuovo Medaglia D’Oro alla Triennale Stradivari e medaglia d’oro premio speciale Balzarini, come liutaio cremonese finalista ritenuto dalla giuria più meritevole dal punto di vista artistico costruttivo. Questo per limitarci ai concorsi Triennali. Ma i contrabbassi hanno anche un profondo senso affettivo per Nolli e a incoraggiarlo a raccontare è Marianne Lenzini che da allieva del maestro Nolli, complici i contrabbassi e il saper fare liutario diventa sua moglie e con Nolli condivide la bottega: «Sì, il contrabbasso ci ha uniti, fatti conoscere — racconta —. Marianne ha fatto pratica da me, poi le cose sono maturate».
«La mia passione da ragazza era quella della pittura, poi la folgorazione per la liuteria — interviene Marianne Lenzini —. Oggi la mia specialità sono le vernici, ma quando posso costruisco anch’io i miei contrabbassi, nelle parti più faticose mi faccio aiutare da Marco, ma diciamo che ho acquisito una mia autonomia non solo costruttiva, ma anche estetica». Mentre Marianne parla tiene d’occhio Mattia Scaramuzza alle prese con la messa a punto di un prezioso contrabbasso di Francesco Ruggeri, risalente al XVIII secolo.
«Non sono tanti i liutai che si occupano di contrabbassi, i musicisti che vengono da noi appartengono alle più importanti orchestre del mondo — spiega Nolli —. E proprio questo respiro internazionale mi porta ad accarezzare da anni un’idea: costruire una scuola di contrabbassi internazionale e diffusa sul territorio. I ragazzi che fanno esperienza da me in bottega, molto spesso poi aprono le loro botteghe nei paesi d’origine e così so che quasi in ogni paese d’Europa e in buona parte del mondo posso contare su miei allievi e assicurare la manutenzione di strumenti ai musicisti stranieri, senza che vengano in Italia».
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