L'ANALISI
04 Gennaio 2023 - 18:12
Angelo Angiolini e Giuseppe Storti
CASALMAGGIORE - Per il Movimento 5 Stelle erano due le persone che in provincia di Cremona avevano inizialmente presentato - tramite le “Regionarie” - la propria autocandidatura in vista delle elezioni regionali del 12 e 13 febbraio: si tratta di Angelo Angiolini, 69 anni, medico del lavoro di Casalmaggiore, e di Giuseppe Storti, 75 anni, ex operatore Ibm, di Bosco ex Parmigiano.
Fino a stamattina nel sito M5S erano presenti entrambi i nomi, ma dal primo pomeriggio l’unica candidatura rimasta ufficiale è quella di Angiolini. A seguito della esclusione di Storti, anche nella Provincia di Cremona, come a Sondrio – in presenza di un solo candidato – non si procederà alla votazione. In Lombardia ci sono sette candidati a Mantova, 16 a Brescia, 5 a Lodi 13 a Bergamo, 82 a Milano e, appunto, uno solo a Cremona.
Angiolini è specialista in medicina sociale e del lavoro, ha lavorato per vent’anni anni presso strutture pubbliche di prevenzione e vigilanza e specialistiche e da 22 anni è in libera professione. Nel 2019 ha conseguito anche una laurea triennale in Scienze della Natura e dell'Ambiente all’Università di Parma. È stato consigliere comunale. «Ho deciso di proporre la mia autocandidatura — spiega Angiolini — perché i temi che più mi interessano e di cui mi sento più competente sono l’ambiente e la salute. Mi ritrovo nelle battaglie che porta avanti il Movimento 5 Stelle, spesso oggetto di attacchi del tutto pretestuosi».
Angiolini dice di non poter più «tollerare che la Lombardia, una delle aree più inquinate d’Europa, continui nella sua lenta autodistruzione ambientale. Non posso sopportare che chi governa questa complessità non abbia la competenza adatta ad affrontare la sfida dei cambiamenti climatici con misure di adattamento e mitigazione, con un piano di riduzione dei consumi energetici, di risparmio idrico, di riqualificazione del patrimonio edilizio. Non riesco più a vedere la politica trasformata in mestiere senza una cultura scientifica alla base. Non è accettabile assistere senza impegnarsi al lento smantellamento del welfare, della sanità e della scuola pubblica, alla crescita delle disuguaglianze, al lavoro precario e sottopagato». E ancora: «Non ce la faccio più a sentire predicare di gradi opere inutili mentre per le piccole, per i comuni, per le strade, per le scuole, per i servizi essenziali, per il verde, per la sanità, per gli anziani, la risposta è sempre quella: non ci sono fondi!».
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