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Il sindaco Vairani ai musulmani: «Prendete posizione in Afghanistan e in Iran»

Elnadi, presidente del centro culturale islamico: «Condanniamo questi regimi, sono proprio lontani da noi e dal vero Islam»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

27 Dicembre 2022 - 18:11

Sui fatti in Afghanistan e Iran, il sindaco Vairani ai musulmani: «Prendete posizioni»

Diego Vairani e Mohamed Elnadi

SORESINA - La scuola vietata sin da bambine, e nessun diritto in più da adulte, in Afghanistan; femminicidi, condanne a morte, sequestri e repressione in Iran. Mai come oggi, nei paesi a regime teocratico musulmano, la figura della donna è stata tanto umiliata e avvilita. E a Soresina, quinta città della provincia dove le persone di fede islamica costituiscono quasi il 18% dei residenti, il sindaco Diego Vairani chiede una presa di posizione netta ai concittadini che condividono questa confessione: «Mi dispiace che non abbiano ancora preso, come comunità, una posizione chiara di condanna. Far sapere cosa pensano di queste realtà aberranti – incalza il primo cittadino – è importante anche come messaggio per le nuove generazioni. La mia non è polemica, lo dico subito, ma solo un appello alla trasparenza perché l’inclusione si basa anche sulla condivisione di principi fondamentali o, quantomeno, sulla loro chiara manifestazione».

Mohamed Elnadi, il presidente del centro culturale islamico cittadino Al Manar, uno dei più influenti e meglio organizzati del Cremonese, non si tira indietro e anzi coglie la palla al balzo per dissipare ogni dubbio: «Se condanniamo questi regimi? Assolutamente sì e ringrazio per avercelo chiesto. Sono lontani dal nostro modo di vivere e, anzi, sono proprio lontani dal vero Islam. Stiamo parlando di integralisti religiosi, attenzione, non di musulmani. E c’è una profonda differenza. Noi siamo quella comunità animata da padri di famiglia, madri e donne che, col velo, lavorano come tecnici e operai alla Latteria Soresina. Per noi, musulmani e soresinesi, la donna è sacra».

L’opinione pubblica internazionale, occidentale ed europea in primis, è atterrita e osserva con orrore l’involuzione sociale di Iran e Afghanistan, due paesi mediorientali dove il fondamentalismo islamico si traduce in repressione e oppressione di governo. Nel primo le proteste di piazza contro il regime si sono presto trasformate in carneficine dei diritti, tra abusi e silenzio imposto con la violenza e nel secondo il campo libero ai Talebani è significato il definitivo ritorno all’oscurantismo.

In entrambi i casi, ovviamente, a soffrire di più sono proprio le donne. Inaccettabile per Vairani, fascia tricolore di una delle città col più alto tasso di stranieri in tutto territorio, la maggior parte dei quali musulmani e di origini arabe: «Come sindaco non posso far finta di niente. Nessuno di noi, nelle istituzioni, dovrebbe farlo. Quello che sta accadendo è aberrante, disgustoso e dev’essere condannato con la maggior fermezza possibile. Da sindaco, da cittadino, da soresinese e da cremonese trovo che non sia corretto non sapere a oggi, da un punto di vista pubblico, cosa pensino i rappresentanti di queste comunità. Cosa ne pensano le donne musulmane di Soresina e di Cremona? Cosa ne pensano gli uomini, i portavoce, gli imam? Cosa ne pensa chi accompagna suo figlio nei nostri oratori, nelle nostre scuole, dal medico di famiglia? Dobbiamo essere chiari e netti. A Soresina, a Cremona, ovunque. E io, a oggi, non ho notizie di chi si sia schierato con fermezza».

Elnadi e tutto l’Al Manar raccoglie l’appello senza paura: «Capisco la preoccupazione, la paura e la condanna. Le condivido – sostiene il presidente –. Ma è importante che non si trasformino in generalizzazione o pregiudizio. Anche noi, che abbiamo figli che prendono il treno e vanno in università, magari a Cremona, Brescia o Milano, siamo spaventati dagli estremisti. Anche noi, che vediamo le nostre donne lavorare quanto e più di noi siamo disgustati da quel che accade in Afghanistan e in Iran. Il Corano dice che non spetta a noi giudicare le persone e quello che fanno questi integralisti è giudicare, uccidere, usare violenza. Non è così che intendiamo la fede, non è così che intendiamo vivere. Anzi, stiamo organizzando una giornata dedicata alle donne e alla sensibilizzazione proprio nel nostro centro. Siamo diversi da loro».

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