L'ANALISI
16 Dicembre 2022 - 16:59
CREMONA - Un Dante giovane, innamorato, un Medioevo che non fa sconti e che non ha nulla di favoloso, Boccaccio come narratore, il film, «Dante» di Pupi Avati ha regalato ,agli studenti del Torriani , un’immagine insolita, non agiografica dell’autore della Commedia.
Erano 250 gli studenti del Torriani che hanno assistito in due sale di SpazioCinema, presso il centro commerciale CremonaPo, al film di Pupi Avati.
«Ha fatto un certo effetto tornare al cinema insieme ai ragazzi, spiega Riccarda Gavazzi, fra le promotrici dell’iniziativa didattica. Abbiamo coinvolto le classi del triennio, ovvero quando si studia la Commedia e storia della letteratura. Abbiamo preparato i ragazzi prima della proiezione, ogni insegnante secondo la sua sensibilità e le sue modalità. Il film di Pupi Avati, all’uscita nelle sale, ha fatto discutere perché restituisce un giovane Dante innamorato, ma anche molto contraddittorio, lontano dall’immagine consegnata dalla tradizione e dall’agiografia che nei secoli si è costruita intorno al poeta. Per questo è stato bello: i ragazzi si sono confrontati con Dante loro coetaneo e questo ha fatto effetto. Nelle due sale che ci hanno ospitato non volava una mosca».
Ma non è solo questo il valore di una lezione di letteratura italiana fuori dall’ordinarietà: «I ragazzi hanno visto Dante di Pupi Avati, non su Netflix, non in piattaforma, ma di nuovo, fisicamente, insieme al cinema, prosegue Gavazzi . Anche questo, credo, abbia un suo valore intrinseco. Non dimentichiamo che la visione di un film in sala per questa generazione è una cosa insolita, soprattutto per la continuità della visione che non concede interruzioni e distrazioni».
Ed infatti in uno studio realizzato qualche anno fa da Elena Mosconi, docente di storia del cinema presso il Dipartimento di Musicologia e Beni Culturali, emergeva chiaramente come per i ragazzi degli anni Duemila assistere a un film in sala presuppone lo stesso impegno o la stessa fatica che i loro coetanei di qualche generazione prima attribuivano alla lettura di un libro. Al di là di ciò, che comunque fa della fruizione in sala un’occasione che abbisogna di accompagnamento e motivazione, le impressioni dei ragazzi su Dante di Pupi Avati «avranno una loro rielaborazione non sono in classe in un confronto fra pari e fra gli insegnanti, ma anche in una serie di testimonianze che raccoglieremo per la nostra radio di istituto e per il blog letterario del Torriani», conclude Riccarda Gavazzi.
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