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Benito Penna: addio al 'gigante buono'. Lutto nel mondo dello sport

Classe 1940, è stato uno dei più importanti protagonisti del pugilato cremonese e italiano

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

13 Dicembre 2022 - 15:35

Lutto nello sport: addio al 'gigante buono' Benito Penna

Benito Penna, il gigante buono del pugilato cremonese

BONEMERSE - Si è spento il 'gigante buono' Benito Penna, uno dei più importanti protagonisti del pugilato cremonese e italiano. Un grande sportivo, ma anche un uomo straordinario che si è sempre donato agli altri, incurante dei suoi problemi fisici che lo hanno assillato negli ultimi anni. Nato a Castelverde il 17 marzo 1940, Penna si dedica in gioventù all’atletica ma il fisico imponente lo spinge appena quindicenne verso la boxe. Ed è qui che nasce la sua leggenda, da quando nel 1955 si presenta all’Accademia Boxe Cremona e si dedica anima e corpo alla ‘nobile arte’, sotto gli insegnamenti del maestro Paolo Colombo. L’esordio ufficiale avviene il 6 gennaio 1957, con una vittoria ai punti. A soli 18 anni, nonostante qualche sconfitta, Benito è già tra i migliori pesi massimi, ed entra a far parte del giro della Nazionale. Nel settembre del 1959 il primo combattimento con la maglia delle Fiamme Oro, il mese seguente nel torneo Preolimpico incontra per la prima volta (e batte ai punti) quello che poi si trasformerà nella sua ‘bestia nera’, Dante Canè.

Benito Penna con la moglie Laila

Le Olimpiadi romane del 1960 rimangono però un sogno a cause delle sconfitte con Masteghin e De Piccoli. Agli Italiani di Bologna del ’61 l’occasione per la rivincita, che Penna coglie al volo superando lo stesso Masteghin negli ottavi. Messi alle spalle quarti e semifinale battendo Festorazzi e Pivetta, in finale riecco Canè: match bellissimo, vibrante, che il bolognese vince solo ai punti con un verdetto contrastato. Agli Europei di Belgrado, però, a difendere i colori azzurri c’è lui e non Canè: altra entusiasmante corsa verso la finale, dove il russo Abramov gli nega l’oro solamente ai punti. Il passaggio al professionismo è dietro l’angolo, prima però c’è un’altra finale ai Campionati Italiani, dove Canè lo supera ai punti.

Il 30 aprile 1962 è la data dell’esordio tra i ‘pro’: sul ring della Palestra Spettacolo il tedesco Horst Herold cade sotto i suoi colpi al 3° round. Ed è solo l’inizio, perché da professionista Penna infila un filotto di 14 successi consecutivi (9 per Ko). La prima sconfitta, che gli costa la possibilità di competere per il titolo italiano, nel gennaio del 1964 contro il bresciano Tomasoni. La chance, però, si ripresenta l’anno successivo, il 22 gennaio 1965 contro Sante Amonti: un match iniziato benissimo ma terminato con l’abbandono nell’8ª ripresa. Da qui in poi la sua carriera prosegue a fasi alterne: esattamente un anno dopo nuova occasione per il titolo italiano, ma il destino gli mette di fronte ancora Canè, che lo manda ko alla 7ª ripresa. Segue un periodo travagliato, con diverse pause dall’attività agonistica, ma il 26 dicembre 1976, in quello che sarà il suo ultimo incontro, ha nuovamente l’occasione di combattere per il titolo italiano. La sceneggiatura è perfetta, l’avversario ovviamente Canè. Un destro perfetto per tempismo ed esecuzione manda al tappeto il bolognese al quinto round, ma Penna, anziché ‘finirlo’, aspetta volutamente che questi si rialzi. Canè si riprende e vince ai punti, ma quel gesto di estrema sportività vale forse più di un titolo, ed è la degna conclusione della leggenda di Benito Penna, che successivamente si è dedicato a tramandare i suoi insegnamenti ai giovani. Ripercorrendola statisticamente, la sua carriera parla di 131 incontri tra dilettanti e pro, con 83 successi, di cui 28 per ko tecnico. Benito Penna lascia la moglie Laila e i figli Patrick e Peter.

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