L'ANALISI
10 Dicembre 2022 - 10:15
CREMONA - Venerdì mattina, Questura. Un ventenne del Gambia si presenta allo sportello dell’Ufficio Immigrazioni. Non ha preso appuntamento, non ha documenti, parla bene l’italiano e ha una richiesta: "Sono in Italia da circa 4 mesi, non ho una casa, sono senza fissa dimora, vorrei fare la pratica per il riconoscimento della protezione internazionale". I poliziotti arricciano il naso, non ci cascano e chiamano i colleghi della Squadra Mobile. Il ventenne era in Italia da molti anni e si era dato da fare: aveva spacciato droga e partecipato ad una rissa, aveva commesso una rapina impropria e un furto con strappo, prendendosi una condanna ad 1 anno e 7 mesi di reclusione dal Tribunale di Bologna, sentenza definitiva. A Cremona è finito in carcere.
Venerdì, i poliziotti del dirigente Marco Masia, allertati dai colleghi dell’Ufficio Immigrazione, hanno sottoposto lo straniero senza documenti ai classici accertamenti. Lo hanno fotografato, gli hanno preso le impronte digitali e con quegli elementi in mano hanno fatto una ricerca nelle banche dati. Ed è venuta fuori la verità. Dal 2018 al 2020, il ventenne era stato denunciato in più occasioni per spaccio, furto, rapina, rissa. Recentemente, i procedimenti penali sono stati definiti con una unica sentenza passata in giudicato. Chiusi gli accertamenti, il giovane è stato portato nel carcere di Cà del Ferro per scontare i 19 mesi di reclusione.
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