L'ANALISI
08 Dicembre 2022 - 05:05
CREMA - Pronti a trasformare i tetti dei loro capannoni in un maxi parco fotovoltaico al servizio delle comunità energetiche, da organizzare in città e nel territorio cremasco. Gli artigiani sono in prima linea contro il caro bollette e per la salvaguardia ambientale, come sottolinea il presidente della Libera Marco Bressanelli. «Stiamo aspettando i decreti attuativi per capire come potranno essere organizzate queste comunità, il cui soggetto promotore dovranno comunque essere gli enti locali, ai quali noi non possiamo certo sostituirci. Siamo però pronti a dare il nostro contributo. Lo spazio sui tetti delle nostre imprese non manca di certo».
La Libera artigiani in questi mesi ha promosso incontri e iniziative per gli associati dedicati proprio al tema delle rinnovabili. «Abbiamo messo a punto una serie di attività informative per gli iscritti, sia per aggiornarli sulle ultime novità a livello normativo, sia sulle opportunità del Piano nazionale di ripresa e resilienza – prosegue il presidente –: a livello pubblico, nel frattempo, i Comuni cremaschi si stanno muovendo tramite Consorzio.it. La valenza sociale di queste operazioni, legate appunto alle comunità energetiche, è nota: mettere a disposizione i tetti dei capannoni delle attività, per installare pannelli fotovoltaici, e mettere poi la produzione di energia pulita a fattore comune. Ci sono vantaggi per il territorio, in termini di sostenibilità. In più, ci sono benefici per l’imprenditore che installa il nuovo impianto».
Apertura totale e pronti a sedersi intorno a un tavolo con il Comune di Crema e gli altri enti del territorio, non appena le normative e le modalità di azione saranno definite. «Siamo disponibili a interloquire con l’ente locale, per approfondire quale vantaggio può avere l’imprenditore che mette a disposizione la superficie. Abbiamo organizzato svariate attività informative, compreso un convegno con 40 imprenditori». In alcuni casi il parco fotovoltaico è già pronto.«Il tetto della sede dell’associazione – aggiunge il presidente – ospita da quasi un decennio 2.000 metri quadrati di panelli, per una produzione di 100 kilowatt. Eravamo stati pionieri, nel segno della concretezza. Trovo però illogico che non si possano mettere in rete per le comunità energetiche impianti che hanno più di tre ani. Anche se con meno tecnologia, riteniamo che vadano comunque sfruttati».
Un appello al legislatore, dunque, a cui Bressanelli aggiunge una seconda raccomandazione. «Altra cosa importante – conclude il presidente – è che queste opportunità non vengano ingolfate da un eccesso di burocrazia. Per realizzare questi adempimenti serve snellire la procedure, per non trovarci a perdere troppo tempo».
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