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Scacco alla baby gang: 8 teppistelli arrestati dalla Squadra Mobile, 5 sono minorenni. Altri 3 indagati

Sono responsabili di un pestaggio avvenuto nel piazzale dei pullman quando avevano accerchiato due ragazzini indiani, colpendoli con calci, pugni, tubi di ferro e manganelli. E su Instagram hanno sbeffeggiato i poliziotti che indagavano

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

03 Dicembre 2022 - 09:12

Scacco alla baby gang: 8 teppistelli arrestati dalla Squadra Mobile, 5 sono minorenni. Altri 3 indagati

CREMONA - Su Instagram hanno sbeffeggiato i poliziotti che stavano indagando su un pestaggio accaduto nel piazzale dei pullman quando una baby gang aveva accerchiato due ragazzini indiani, colpendoli con calci, pugni, tubi di ferro e manganelli. Una delle vittime era finita in sala operatoria con la testa mezza fracassata da una pedata violentissima. "Missione fallita, oggi non ci siamo", il commento social - condito con pollice all’insù e uno smile che ride – lasciato dai bulli sulla fotografia scattata alle auto e al blindato della polizia nel piazzale delle Tranvie, terreno fertile di scazzottate e regolamenti di conti tra bande di giovanissimi.

Indagine chiusa. La Squadra Mobile ha arrestato otto teppistelli. Cinque sono minorenni, il più piccolo ha 16 anni, gli altri 17, tutti portati nel carcere minorile Beccaria di Milano, il sesto, maggiorenne, è in carcere a Cremona. Due maggiorenni di 18 e 19 anni sono stati messi agli arresti domiciliari. Altri tre maggiorenni sono indagati a piede libero. Sono tutti nord africani di seconda generazione con precedenti di polizia. Ragazzini che mostrano i muscoli con i più deboli, menano le mani, vivono di scazzottate, minacce e furtarelli. Marchiano il territorio. L’accusa è di rapina aggravata di uno smartphone e lesioni aggravate, in concorso.

‘Tiranga’ (il nome la bandiera tricolore indiana). L’hanno chiamata così gli investigatori l’operazione fatta scattare il 13 ottobre scorso, giovedì, dalla segnalazione raccolta in questura sull’aggressione di un gruppo di ragazzi a dei giovani indiani verso le due del pomeriggio, l’ora di punta con il piazzale battuto dagli studenti che prendono il pullman per rincasare dalla scuola. Una spedizione punitiva. Ed è lì, sul piazzale che i poliziotti della Squadra Volante e della Squadra Mobile hanno immediatamente raccolto le prime informazioni dai numerosi giovani che avevano visto il brutale pestaggio nei confronti degli studenti indiani presi a calci, pugni e a manganellate. Colpiti con tubi di ferro anche quando erano caduti a terra, incapaci di difendersi.

Su uno dei due, i bulli si sono accaniti con una tale violenza da lasciargli impresso sul volto il segno della suola di una scarpa. Trenta giorni di prognosi. La banda è scappata con il suo smartphone. Gli investigatori del dirigente della Squadra Mobile Marco Masia hanno esaminato i filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza puntate sul piazzale. Con pazienza hanno messo insieme tutti i pezzi, aiutati anche dalla capillare conoscenza del territorio, dai numerosi servizi di appostamento fatti nella zona. Il cerchio si è stretto attorno a quegli undici che spesso bivaccavano nel piazzale delle Tranvie proprio nell’ora in cui si riempie di studenti. Gli investigatori hanno mostrato le foto ai testimoni che li hanno riconosciuti.

Mentre l’indagine andava avanti, i bulli si sono presi gioco dei poliziotti su Instagram. Uno di loro ha scritto: "Sanno che sono stato io, ma non sanno come". Su Instagram hanno pubblicato la bandiera indiana con il divieto di transito agli indiani, ignorando che i poliziotti li tenevano d’occhio anche sui social.


Nel filone che ha riguardato i maggiorenni, coordinata dal pm Chiara Treballi, i poliziotti hanno eseguito le perquisizioni, trovando "elementi utili". I primi ad essere stati arrestati sono stati loro. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip Giulia Masci. Alle 5 del mattino di venerdì scorso i poliziotti hanno tirato giù dal letto i minorenni mandati al Beccaria dal gip del Tribunale per i minori di Brescia Daniela Martino su richiesta del pm Rosa Liistro. Nell’ordinanza scrive il gip: "Sussistono certamente le esigenze cautelari nei confronti di tutti gli indagati in ragione della gravità degli agiti e delle modalità di azione, indicative dell’assenza in capo a tutti loro di freni inibitori e di disprezzo per la vita umana. Il reato, difatti, è frutto dell’azione coordinata di un numeroso gruppo di giovani, tra i quali i cinque indagati, che hanno organizzato in pieno giorno una spedizione punitiva nei confronti del giovane indiano, senza alcuna motivazione, utilizzando tubi di ferro e manganelli, idonei a cagionare lesioni gravissime". Un gruppo, prosegue il gip, "che non ha esitato ad accanirsi violentemente nei confronti delle due persone offese, colpendoli ripetutamente anche con calci, nonostante le vittime fossero già cadute a terra e incapaci di difendersi. Il fatto in sé, proprio per le allarmanti modalità esecutive, rende concreto ed attuale il pericolo di reiterazione criminosa nei confronti di tutti gli indagati e giustifica l’applicazione della misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di tutti gli imputati, anche per coloro che sono formalmente incensurati".

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