L'ANALISI
26 Novembre 2022 - 18:20
Un render del progetto "Un salotto per Cremona"
CREMONA - Non c’è pace per il progetto di rigenerazione urbana del Comune: dopo le polemiche e le contestazioni per i totem e gli stendardi, ora è la volta del «no» dei commercianti della galleria del Corso all’intervento di riqualificazione del soffitto, che l’amministrazione aveva programmato per questi giorni. I negozianti hanno infatti alzato la voce contro i lavori che, nelle intenzioni del Comune, dovranno abbellire la galleria. La critica è rivolta non tanto alla finalità – anzi sono d’accordo sulla necessità di un rilancio di immagine del contesto architettonico – quanto alla tempistica.
«Farli ora, bloccando con transenne e impalcature il passaggio pedonale proprio nel periodo che precede il Natale, non era certo una buona idea — sottolinea Claudio Pugnoli, titolare di uno dei sei esercizi che si affacciano sulla galleria —. In più non siamo stati preventivamente informati, un difetto di comunicazione. Ci siamo insomma trovati di fronte al fatto compiuto la mattina in cui abbiamo trovato transenne e trabattello già allestiti con il rischio che non potesse più entrare nessuno».
Da qui la mobilitazione, l’immediata richiesta all’amministrazione di fermare tutto e di rinviare l’intervento ad un periodo dell’anno meno impattante sugli affari degli esercenti. «Magari a gennaio o comunque in una fase in cui la chiusura al passaggio non vada a pesare troppo sulle presenze in negozio» aggiunge Pugnoli. Il no dei commercianti ha bloccato l’iniziativa sul nascere. Transenne e impalcatura sono stati spostati e il lavoro rinviato a data da destinarsi, previa consultazione con chi in galleria ci lavora. «Questi interventi vanno concordati – conclude Pugnoli – non pianificati dall’alto senza sentire noi e nemmeno i residenti».
Il caso si aggiunge dunque alle precedenti polemiche sul progetto «Un salotto per Cremona», finanziato con circa 220 mila euro a fondo perduto dal bando regionale «Distretti del commercio per la ricostruzione economica territoriale urbana». Un lavoro di abbellimento che ha già comportato l’acquisto da parte del Comune di 120 stendardi, commissionati alla ditta 2S Insegne di Castelverde per un totale di 14.508,44 euro, Iva inclusa, in aggiunta ai tanto contestati totem, già installati alle quattro porte storiche della città.
L’ideatore del progetto è l’architetto Stefano Corbari: «L’idea consiste nell’individuare le porte attraverso le torri minori, quelli che tutti chiamano totem – aveva spiegato nei giorni scorsi –: segni che riprendono il simbolo della città, il Torrazzo, con una misura che è un decimo della torre grande. I colori delle scritte riprendono i colori dei gonfaloni delle antiche porte in epoca medievale: giallo per Porta Venezia, rosso per Porta Po, blu per Porta Milano e grigio per Porta Romana. Il richiamo ai colori prosegue con gli stendardi appesi alle tesate dell’illuminazione lungo i percorsi storici di accesso alla città». E anche su quelli già salgono i primi mugugni.
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