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TERRITORIO E CAMBIAMENTI

Fusioni tra Comuni: «Noi di FdI siamo al fianco dei piccoli»

Il responsabile dei giovani del partito: «Meglio le unioni, ma se decidono i cittadini nulla in contrario»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

16 Novembre 2022 - 18:24

Fusioni tra Comuni: «Noi di FdI siamo al fianco dei piccoli»

CREMONA -  Piccoli Comuni e fusioni: i giovani di Fratelli d’Italia aperti al confronto. Dopo il «sì» convinto del Pd e il «no» con riserva della Lega, il portavoce provinciale di Gioventù Nazionale Samuele Digiglio propone la terza via fatta di step: «Noi stiamo coi piccoli ma, dove serve, sì alle unioni. Ci si arriva per colpa di passati governi inadeguati. Fusioni? Solo se e dove lo decidono i cittadini, ma sempre senza sopraffazione del più debole».

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 Il portavoce provinciale di Gioventù Nazionale Samuele Digiglio

Il confronto interno a Fratelli d’Italia, specie nel suo ramo giovanile, è stato acceso e lungo, ma la quadra trovata vede tutti d’accordo sul destino dei piccoli Comuni del Cremonese. Semplificando all’estremo si potrebbe riassumere così: dove si può meglio conservare il gonfalone; se i servizi rischiano di scomparire tentiamo con le unioni e come ultimo opzione ben vengano pure le fusioni, ma solo passando dalle urne.

La posizione è in realtà però molto più articolata. Digiglio, che ne è ideologo, la spiega così: «Come Gioventù Nazionale, siamo e saremo sempre per la difesa del particolare e del piccolo, in contrapposizione a gigantismo urbano e azzeramento di qualsiasi forma di differenza, per una dimensione a misura d’uomo. Ma purtroppo — ammette con amarezza — non possiamo non prendere atto del fatto che la macchina amministrativa sia stata messa a dura prova dalle decisioni dei vari governi Monti, Letta e Renzi che hanno penalizzato in primis i piccoli Comuni e i rispettivi sindaci, spesso soli davanti ad una burocrazia enorme, a leggi intricatissime che nel corso degli anni si sono susseguite rapidamente e cosa vergognosa, all’impossibilità di sopperire a eventuali carenze di organico o far fronte agli ormai numerosi pensionamenti con nuove assunzioni».

L’analisi parte dalla cronaca: «Quante volte — si chiede il portavoce provinciale — nel corso di questi ultimi anni sulla stampa locale abbiamo letto di sindaci costretti a guidare gli scuolabus, o ad occuparsi della manutenzione del verde? E non è forse vero che, nelle piccole realtà, non ci sono più persone disposte a candidarsi come sindaco, o anche semplicemente consigliere. E spesso e volentieri ci si ritrovi con una sola lista in corsa, oppure con lo stesso primo cittadino che è costretto a ripresentarsi diverse volte per evitare il commissariamento dell’ente? A nostro avviso, consapevoli che si tratti di un sacrificio enorme, forme di unione in materia di servizi possono essere sicuramente utili».

Ma come vede Fratelli d’Italia l’annessione vera e propria di un municipio all’altro. Presto detto: «Laddove tuttavia i cittadini lo mettano nero su bianco tramite referendum, l’eventuale fusione potrebbe essere una soluzione ma, ovviamente, sempre e comunque con criteri ben definiti, che rispondano ed esigenze reali e sentite — specifica Digiglio —: riteniamo che quando si parli di unioni o fusioni, ciò debba avvenire sempre e comunque nel rispetto reciproco, evitando forme di sopraffazione da parte di comuni più grandi, nella tutela della specificità che contraddistingue le piccole realtà, nonché nel continuare a garantire servizi efficienti ai cittadini».

Nella chiosa, l’appello ai suoi che stanno a Roma: «Ci auguriamo, tuttavia, che le misure prima citate non diventino la normalità e che — conclude — l’attuale governo ponga rimedio ad una situazione che si protrae ormai da circa un decennio. Al di là della narrazione fattane in passato, ciò ha penalizzato soprattutto Comuni virtuosi e pratiche di buona amministrazione che, in nome di un risparmio su carta, ha lasciato i sindaci sempre più in difficoltà nell’affrontare la realtà dei propri territori».

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