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CREMONA

Detenuto tenta di scappare dall'ospedale, preso

Bloccato dopo aver cercato di impadronirsi dell’arma di un agente. Era stato trasferito dalla sua cella al Pronto Soccorso dopo aver ingerito delle pile

Giacomo Guglielmone

Email:

gguglielmone@laprovinciacr.it

12 Novembre 2022 - 19:42

Detenuto tenta di scappare dall'ospedale, preso

CREMONA - Rocambolesco tentativo di evasione dal carcere di Cà del Ferro, via ospedale Maggiore, sventato in extremis grazie al rapido intervento degli agenti della Polizia Penitenziaria. Un episodio giudicato «grave» dai sindacati degli stessi agenti, quello avvenuto ieri a Cremona del quale i vertici regionali e nazionali del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) hanno fornito, nelle scorse ore, i tratti essenziali. Protagonista un detenuto italiano con problemi di natura psichiatrica.

«Il detenuto — spiega Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sappe — è stato trasportato d’urgenza al Pronto Soccorso per aver ingerito, a suo dire, delle pile. Durante l’accettazione, prima ha tentato di defilarsi dalla presa del personale di Polizia Penitenziaria addetto alla scorta e nel contempo ha cercato di sfilare la pistola dalla fondina di uno degli agenti».

È chiaro che se questa seconda manovra fosse andata in porto avrebbe determinato uno scenario a dir poco problematico. La reazione degli agenti, però, è stata tanto fulminea quanto efficace.

«Il detenuto è stato subito bloccato — spiega ancora Greco — e fatto rientrare in istituto. Ancora una volta è grazie alla professionalità del personale di Polizia Penitenziaria che si è evitato di far evadere un detenuto dall’ospedale. Questi tentativi di fuga da parte della popolazione detenuta sono diventati sempre più frequenti e, nonostante il personale sia comandato in tali compiti nella maggior parte dei casi sotto scorta, è sempre pronto a svolgere al meglio il proprio servizio».

In questi giorni il carcere di Cremona è in stato di agitazione «per i numerosi eventi critici che si verificano nella struttura, per una elevata carenza di organico e per la mancanza di un comandante in pianta stabile che possa essere un punto di riferimento per il personale di Polizia Penitenziaria», precisa Greco.

Che così conclude: «Il Sappe accusa ancora una volta l’amministrazione penitenziaria di scarsa attenzione sulla problematica dei detenuti ricoverati che sta rendendo il lavoro sempre più difficile».

Sulla scia della vicenda avvenuta a Cremona si registra anche l’intervento di Donato Capece, segretario generale nazionale del Sappe.

Prima elogia i poliziotti di Cremona: «È solamente grazie a loro — sostiene Capece — se è stato possibile sventare la clamorosa fuga: la pronta reazione ed il tempestivo intervento degli uomini della Polizia Penitenziaria di scorta hanno infatti permesso di sventare l’evento. Una cosa grave, che poteva creare ulteriori seri problemi alla sicurezza e all’incolumità dei poliziotti, dei detenuti e dei cittadini che in quel momento si trovavano nell’ospedale».

Poi attacca: «Questa vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria. E una volta di più le difficoltà operative con cui si confrontano quotidianamente le unità di Polizia Penitenziaria in servizio nei Nuclei Traduzioni e Piantonamenti dei penitenziari: agenti che sono sotto organico, non retribuiti degnamente, con poca formazione e aggiornamento, impiegati in servizi quotidiani ben oltre le 9 ore di servizio».  

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