L'ANALISI
11 Novembre 2022 - 18:49
CREMONA - Da via Buoso da Dovara si sono spostati in via Robolotti, angolo via Aselli. Gli spazi sono più ampi, il laboratorio anche. Ma i sorrisi e la gioia sono gli stessi. Per guida, la frase di San Francesco appesa alla parete: «Chi lavora con le mani, è un operaio. Chi lavora con le mani e la testa è un artigiano. Chi lavora con le mani, la testa e il cuore, è un artista». È il faro che illumina la panetteria e pasticceria ‘Dolce e salato’ della cooperativa ‘Fratelli Tutti’ presieduta da don Roberto Musa, cappellano del carcere di Cà del Ferro. La vice è Maria Pia Rosani, lei presidente della onlus Futura.
Alle 16 di oggi l’inaugurazione di un negozio-laboratorio speciale, perché le mani in pasta ce le mettono le ragazze e i ragazzi con fragilità, ma anche i detenuti nel loro percorso di giustizia ripartiva. Tra forni e fornelli, nuvole di farina, lo zucchero e un pizzico di sale, i ragazzi imparano un mestiere con l’aiuto di chi il mestiere lo sa fare: cuochi e chef. I prodotti sono buonissimi. E proprio a loro, ai ragazzi, la vice Superti rivolge il suo primo «grazie, perché sono loro a darci la forza, a darci le motivazioni per affrontare questa sfida». Quindi, «il grazie a tutte le persone che ci stanno vicine, che ci stanno aiutando, perché è comunque una esperienza faticosa, ma bellissima».
E lo è, bellissima, «perché quando si entra in negozio e si sentono i ragazzi che ridono intanto che lavorano, che preparano i salati o i dolci, penso sia la soddisfazione più grande che una persona possa provare». La vice ricorda la collaborazione con le scuole per l’alternanza, con «No spreco», con Fondazione comunitaria. «Rete» è la parola chiave. «In questa iniziativa - prosegue Superti — ho proprio visto la cosiddetta Rete, parola che, a volte, è un po’ di moda, ma la Rete qui forse riesce ad essere davvero una trama importante per il bene dei nostri ragazzi e anche del territorio. Il nostro sogno è di far fare ai ragazzi un’esperienza, di far maturare anche un curriculum che serva a loro anche per spiccare il volo con maggiore autonomia». Dunque, «una bella avventura per cui ringrazio don Roberto che è il promotore, i ragazzi e tutti voi che ci aiutate».
«Pia è una macchina da guerra», dice don Roberto che porta i saluti del vescovo, Antonio Napolioni («Conosce e sostiene il progetto, lo benedice anche lui). Il sacerdote ringrazia Fondazione comunitaria «che ci ha sostenuto». Accanto al don ci sono il direttore del carcere, Rossella Padula, Rossella Scatizzi, responsabile dell’area trattamentale e Ornella Bellezza, garante provinciale dei diritti dei detenuti. Non a caso.
«Noi — prosegue il don — siamo aperti a nuove esperienze di formazione e di inserimento lavorativo anche di persone che sono in detenzione presso la casa circondariale. La settimana prossima arriverà un ragazzo detenuto per la formazione in pasticceria. Realtà e situazioni che spesso vengono viste come problematiche, al contrario sono delle risorse per la realtà sociale della nostra città. Vogliamo anche essere un ponte attraverso il quale ancora di più la casa circondariale si apra sul nostro territorio. Senza la loro collaborazione e disponibilità non saremmo riusciti a realizzare nulla. Un grazie di cuore anche a loro». E «ai lavoratori che ci mettono la passione in quello che fanno senza guardare l’orario».
Persone come «Noemi ed Annalisa. È la loro bellezza d’animo che rende ancora più bello quello che stiamo facendo». Nel ringraziare «tutti», il sindaco, Gianluca Galimberti, chiede un applauso «che viene dal cuore, ai ragazzi e ai lavoratori di questa realtà. Si chiama economia solidale, uno sviluppo complessivo di Cremona: voi rappresentate una delle punte di diamante con una capacità di relazione con altre realtà qui presenti: una rete solidale che si sta sviluppando grazie a voi che siete un modello».
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