L'ANALISI
05 Novembre 2022 - 19:37
L’accoglienza dei visitatori, la proiezione della fiction e la expo speciale nella Zucchi Falcina
SORESINA - La Zucchi Falcina, dopo due anni, apre le porte alla sua città e non solo e i risultati, che già si preannunciavano positivi, superano alla fine ogni più rosea aspettativa: oggi, solo nel corso della mattinata, sono stati cinquanta gli avventori che hanno varcato la soglia della casa di riposo. Ad accoglierli non solo il direttore generale Donato Sigurtà con psicologi, fisioterapisti e operatori della pet therapy, non solo infermieri e personale specializzato ma anche il sindaco Diego Vairani, l’assessore Laura Galbignani e, soprattutto, un’artista e tanti attori.
La prima è la decoratrice soresinese Rossella Tavcar che, per l’occasione, ha trasformato la struttura in una splendida galleria, i secondi sono proprio gli ospiti che, in anteprima, si sono mostrati nei panni di interpreti «hollywoodiani» col loro primo thriller interamente girato nella struttura. La soddisfazione dei vertici di Gheron: «Grande merito va allo staff che ha organizzato tutto alla perfezione. Ci inorgogliscono numeri e riscontro ma il momento più bello è stato quello in cui i nostri ospiti, oggi vere e proprie star della cinepresa, hanno confessato di essersi divertiti come non mai».
«Casa di riposo? No, casa dei sogni». Con queste poche parole si potrebbe riassumere il primo grande evento a porte aperte della Zucchi Falcina di Soresina dai tempi della pandemia che è, ormai, quasi alle spalle. Una grande festa dopo due anni di sofferenze e di sfide, coronata dalla proiezione più attesa di sempre: «Il Club dei Delitti del Giovedì». Si tratta, per sommi capi, di un cortometraggio che vede come protagonisti gli inquilini del posto alle prese con un fitto mistero che s’intreccia fra avide case farmaceutiche, cure miracolose, intrighi, tradimenti, indagini e finali sospesi. Platea d’eccellenza e d’eccezione i parenti che hanno trattenuto il fiato fino alla fine.
Tra gli astanti non c'erano critici cinematografici ma ovazioni e applausi hanno dato ne più ne meno un verdetto chiaro. Ed è meglio così, anche perché il sequel, ancora più intrigante, è già schedulato per la prossima primavera. Nel frattempo, tra l’altro, non si esclude che qualche copia possa finire su chiavetta o dvd per gli appassionati del settore più affamati di opere indipendenti. La parola, comunque, ai protagonisti: «Emozione, divertimento e suspense. Non vediamo l’ora di ricominciare. Un progetto bellissimo».
Un open day diverso dal solito, insomma. Ma non solo per la Settima Arte. C’è in realtà, come detto, pure la prima. A troneggiare negli spazi della struttura socio-assistenziale ci sono infatti i quadri di Tavcar, opere di pregio che molti estimatori non avrebbero avuto altrimenti modo di vedere. In conclusione, una volta di più, la Zucchi Falcina s’è confermata cittadina nella cittadina. Col suo cinema, con le sue expo, con la sua medicina, con le sue famiglie riunite e le sue feste pronte a diventare tradizione. In un momento storico in cui il settore è piegato dall’incertezza e dal caro energia, un raggio di sole.
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