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IL GIORNO DEI RICORDI

Infortuni sul lavoro: 2022 anno nero

Non si spezza la serie di tragedie che colpisce anche la provincia: le storie e l’allerta dei sindacati

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

01 Novembre 2022 - 05:20

Infortuni, sul lavoro si muore ancora

CREMONA - Anno nero, il 2022, sul fronte degli infortuni sul lavoro: una strage infinita, che ancora una volta ha toccato anche il Cremonese. E cremonesi al lavoro fuori provincia.

Mercoledì 9 febbraio, a San Daniele Po, cade dal fienile dove era salito con una scala in ferro per fare scorta di legna da mettere nel camino e perde la vita Dante Lottici, 70enne, pensionato.

Giovedì 18 agosto, a Borgo San Giacomo, in provincia di Brescia, perde la vita per un infortunio sul lavoro Mohamed Chahir, operaio di 28 anni residente a Orzinuovi. Era impegnato nella ristrutturazione un’azienda del paese, ma qualcosa è andato storto e il carroponte non ha retto una lastra in acciaio che ha investito il giovane, rimasto esanime.

infortunio

Venerdì 26 agosto Joshua Godspower, 32 anni, nigeriano ospite a lungo della Casa dell’Accoglienza di Cremona, muore a Melzo mentre si reca al lavoro con il monopattino in un grande magazzino di Gorgonzola, investito da un Tir. Un infortunio che tecnicamente si può definire ‘in itinere’, avvenuto ‘in occasione del lavoro’.

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lavoro

Venerdì 2 settembre infortunio sul lavoro mortale a Pontevico. Travolto e schiacciato da una piastra di colatura da 50 quintali, perde la vita sul colpo Girolamo Tartaglione, 31 anni, natali a Foggia, casa in via Bergamo a Cremona, un lavoro come operaio nella fonderia Eural Gnutti a Chiesuola, frazione di Pontevico, in provincia di Brescia. Gli operai stavano allestendo un forno per iniziare una nuova linea di produzione. Tartaglione non era addetto a quel lavoro perché lui si occupava di pulire gli scarti. Una piastra a stampo da circa 5 tonnellate gli è caduta addosso. In fase di verifica le cause di quanto avvenuto e dei motivi che hanno determinato la tragedia.

Venerdì 23 settembre tragedia nella zona industriale soresinese al confine con la strada per Casalmorano: a perdere la vita è Alberto Pedrazzi, co-titolare della Pedrazzi Giacomo, storica azienda metalmeccanica della città. L’imprenditore 49enne, tecnico esperto, stava tentando di riparare un macchinario guasto quando, all’improvviso, la macchina ha ripreso a funzionare e gli ha tagliato un arto causando ferite così profonde ed estese da rendere inutile ogni pur rapido soccorso. Tutto è cominciato da quello che pareva essere un banale contrattempo: uno dei macchinari pesanti che si usano nell’ambito della lavorazione di precisione s’è inceppato. Un evento non comune ma neppure così raro, nulla insomma che potesse impensierire un tecnico esperto come Pedrazzi. L’uomo ha proceduto da solo, inserendo il braccio sinistro fra gli ingranaggi, a risolvere il problema. Improvvisamente e imprevedibilmente, però, il marchingegno industriale ha ripreso a funzionare e ha fagocitato il titolare con estrema violenza. Gli ingranaggi hanno schiacciato infatti l’arto fino al collo arrivando quasi alla testa. Estratto ma già incosciente, non ha risposto ai numerosi tentativi di rianimazione.


Mercoledì 19 ottobre a Castelverde tragedia sul lavoro all’azienda MG Prefabbricati, dove El Mustapha Bendahbi, cittadino di origini marocchine di 50 anni resta schiacciato da una lastra di cemento e perde la vita. Gli operai stavano sistemando della lastre di cemento in una rastrelliera. Il 50enne a sua volta stava fissando una di queste, larga 8 metri per 1,5, dello spessore di 40 centimetri, con un piolo che, purtroppo, improvvisamente ha ceduto, schiacciandolo contro la lastra accanto. I fatti si sono svolti verso le 15.45. Secondo quanto riferito da alcune persone che avrebbero assistito alla scena, Bendahbi stava svolgendo le abituali mansioni. Immediatamente i colleghi hanno allertato i soccorsi che tempestivamente sono arrivati a sirene spiegate. Vane tutte le manovre tentate dai medici per salvargli la vita. Le ferite riportate si sono rivelate troppo gravi.

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