L'ANALISI
30 Ottobre 2022 - 18:23
CREMA - Critiche sulla trasparenza, sull’autonomia condizionata dal sindaco, sul fatto di essere stati informati a decisioni già prese, sulla mancanza di una destinazione chiara di come riutilizzare i proventi, ma soprattutto sul modo in cui si intende procedere per vendere l’Hotel del Golfo, l’ex colonia marina di Finalpia. A sollevarle è Laura Zanibelli, consigliere comunale di Forza Italia. Che non manca però di riconoscere il lavoro svolto dall’attuale Cda per porre rimedio a quanto fatto dal precedente. «Il sindaco Fabio Bergamaschi e il presidente del Cda della Fondazione Finalpia Giorgio Pagliari ci hanno chiamati solo per informarci di decisioni già prese in merito a modifiche allo statuto e alla vendita dell'immobile, su indirizzo del sindaco attuale di quello che lo ha preceduto — afferma l'esponente di minoranza —. Decisioni prese nell’autonomia legittima del Cda, ma su indirizzo del sindaco, non consultando il consiglio comunale».
L’unica cosa che rimane su cui poter discutere, secondo Zanibelli, è la destinazione dei proventi dalla vendita. «Nella speranza che avvenga al miglior prezzo. Il timore, infatti, è che, con un inquilino dentro, il prezzo di vendita sia svalutato. Certo è che nessuno, Cda, sindaco e gruppi prima rappresentati in giunta, ha messo sul tavolo una rosa di proposte. Si parla sempre genericamente di ambito sociale previsto dallo statuto».
Se la situazione attuale è meno drammatica della precedente, Zanibelli non può non puntare il dito su quanto accaduto in precedenza: «Il Cda attuale ha messo in sicurezza il patrimonio, dovendo partire da quanto lasciato non certo nel migliore stato da chi l’ha preceduto, migliorando, a quel che è dato sapere, le condizioni del contratto di affitto che garantirebbe un rientro dai debiti nel giro di sette anni. Sono risultate evidenti le responsabilità nella gestione di Finalpia da parte del precedente Cda e del sindaco Stefania Bonaldi, che non ha saputo dargli indirizzo adeguato né revocarne il mandato al momento opportuno. Non siamo stati solo noi infatti a commentare come fosse inadeguato il contratto di affitto in essere, che quanto contestato dal gestore Hyma era per gran parte vero, che si rischiava un contenzioso oneroso se non si manteneva il rapporto contrattuale con Hyma scelto dai precedenti, che non sia stata controllata la struttura quando era vuota, che bisogna cambiare lo statuto per rientrare nel registro terzo settore, che per lo stesso scopo peraltro era stato appena cambiato nel 2020».
Dato a Cesare quel che è di Cesare, il consigliere forzista storce il naso sulle modalità di messa in vendita del resort: «Perché non procedere con una gara, supportati da esperti del settore, non certo da Consorzio.IT come col bando precedente? Non vorremmo sentici dire che il mercato non ha apprezzato la struttura e ci troviamo a svenderla a chissà chi». La chiusura è una mano tesa: «Saremo come sempre pronti a fornire proposte di riutilizzo che raccolgano il bisogno della città, facendo sintesi con gli altri gruppi consiliari».
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