L'ANALISI
30 Ottobre 2022 - 10:24
Gustavo Veneroni al lavoro su una delle navi più complesse
FORMIGARA - Dopo una vita da metalmeccanico e imprenditore, scopre a ottant’anni, grazie alla moglie Colomba, l’amore per il modellismo nautico. Gustavo Veneroni, che oggi di anni ne ha 85, ha da allora costruito nella Cascina Filassi di Pizzighettone un vero e proprio mini porto, arricchito da piccole opere d’arte. Come regalo per chi, come lui, vuole coltivare questa passione per i vascelli, ha anche deciso di rendere la sua «stanza delle meraviglie» interamente visitabile. E gratis. Per avventurarsi alla scoperta dei segreti delle più iconiche navi della storia, fedelmente ricostruite, basta contattare direttamente la famiglia e recarsi nel giorno della prenotazione, dalle 16 alle 18, nello spazio espositivo.
Gustavo, ormai da tempo pensionato, è stato il fondatore della Veneroni Srl, azienda costruttrice di pompe mobili per irrigazione, pompe ad asse verticale per grandi impianti e macchine per trattamento liquami. Ha iniziato nel 1957 e dopo 60 anni di lavoro, ha scoperto l’hobby del modellismo navale. Amore a prima vista che ha portato alla luce un talento che nessuno avrebbe sospettato: in cinque anni è riuscito a realizzare decine di modelli di navi tra cui due Amerigo Vespucci (un metro per un metro e due) che, per la quantità infinita di dettagli e per le microscopiche dimensioni di alcuni dei pezzi di pregio, possono richiedere fino a un anno di lavoro ciascuna se ci si applica almeno otto ore al giorno. Qualcosa che, a sentirlo raccontare, potrebbe apparire quasi più stressante che rilassante. Ma per Veneroni non è così e anzi, fosse per lui, da quella stanza non uscirebbe quasi mai.
C’è il trucco, però: lo svela con ironia la moglie e compagna di avventura nel mondo del modellismo: «Per i pezzi piccolissimi? Sì, gli ho dato una mano io». Gustavo può dunque continuare a far salpare i suoi bellissimi lavori sul mare della fantasia e, allo stesso tempo, avere la certezza che la sua eredità, non col legno ma col ferro, l’hanno raccolta i figli Pietro, Giulio e Pierangela che ora sono alla guida dell’azienda.
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