L'ANALISI
26 Ottobre 2022 - 17:08
SORESINA - «Halloween? No grazie». Già dal titolo, la lettera scritta da don Angelo Piccinelli ai fedeli di San Siro lascia poco spazio all’immaginazione. Il parroco di Soresina, non nuovo alle critiche nei confronti della ricorrenza importata dagli States, mette stavolta nero su bianco la sua condanna, che è netta: «Ormai tutti sanno – spiega l’arciprete nella sua lunga e approfondita riflessione pubblicata sul bollettino parrocchiale – che il 31 ottobre è il Capodanno del satanismo: per i credenti, pertanto, festeggiare Halloween, significa inneggiare a ciò che di più tragico si possa immaginare e cioè all’incombere sull’umanità delle forze del male il cui obiettivo è di spegnere proprio quella luce della quale Cristo ha inondato la terra».
Lo scritto del sacerdote ha ovviamente già acceso il dibattito in città, fra chi condivide la ricostruzione e chi invece vede nelle festicciole con zucche e fantasmi un semplice passatempo innocuo che nulla ha a che fare con la fede. I bambini? Meglio al cimitero per portare un fiore al nonno che non c’è più, piuttosto che a zonzo vestiti da diavoletti. Questa, per sommi capi, l’opinione di don Piccinelli su «All Hallows’ Eve», inglese letterale per Vigilia di Ognissanti, più comunemente conosciuta col suo nome commerciale, cioè Halloween.
La ricorrenza, benché vanti origini pagane pre-cristiane, si è affermata in epoca moderna come un fenomeno «di costume e in costume», non troppo diverso dal carnevale, solo dalle tinte più gotiche. Al parroco di San Siro, comunque la si voglia vedere, l’appuntamento con demonietti e fantasmi non piace. Più che altro perché ruba spazio a quelle che, secondo il prete, sarebbero ricorrenze ben più importanti: «Se la memoria non mi inganna, e ultimamente, purtroppo, mi inganna, nei dodici anni del mio ministero a Soresina non ho mai visto bambini o bambine partecipare alle funzioni celebrate al cimitero nella ricorrenza di Ognissanti e dei Fedeli defunti».
Da qui la condanna e l’amara riflessione: «È paradossale – sostiene il don – che, mentre a livello sociale la morte viene cancellata ed esorcizzata, censurata nei suoi simboli e richiami, dai segni del lutto a quelli dell’invecchiamento e della malattia, dall’altra la si ridicolizza, trasformandola in una carnevalata innocua, grazie alla quale ragazzi e adolescenti, mascherati da vampiri, zombi, streghe e fantasmi, possono concedersi la libertà di sbeffeggiare uno dei misteri più sacri, drammatici e delicati dell’uomo: il suo passaggio oltre il visibile, che per noi cristiani è il compimento della vita, ovvero la comunione d’amore con Dio».
In chiosa l’appello a mamme e papà di Soresina: «Cari genitori, proteggete i vostri bambini dall’inganno di Halloween. Evitare la fatica di educare i figli alla speranza, sostituendola con una evasione superficiale, significa non solo censurare la morte, ma soprattutto non prendere sul serio la vita. Urge il coraggio di scelte alternative: quest’anno, nelle feste dei Santi e dei Defunti portate i vostri bambini al cimitero. Regalate ai vostri morti questa semplice, immensa consolazione».
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