L'ANALISI
25 Ottobre 2022 - 19:01
SORESINA - Abbandono di rifiuti e strade provinciali usate come discariche senza che nessuno, fatta eccezione per un manipolo di volontari in quei paesi che sono così fortunati da averli, faccia nulla. Situazione ormai insostenibile, a livello generalizzato, e da Soresina si leva l’appello: «I volontari sono preziosi e non possiamo fare altro che ringraziarli – ha dichiarato il sindaco Diego Viarani – ma non è giusto né corretto contare solo su di loro. I Comuni, non solo il mio ma tutti i e 113, si siedano per parlarne con la Provincia e gli altri attori, penso per esempio ai consorzi. Serve un tavolo tecnico per affrontare l’emergenza». E c’è già la prima proposta della fascia tricolore: «Deterrente con le foto-trappole e servizio aggiuntivo di recupero per i tratti che non sono di competenza municipale. Altrimenti non ne usciamo e non facciamo che rimandare».
Dopo il dibattito sul «business delle case-rudere» che si è ormai acceso in tutte le realtà all’ombra del Torrazzo, sempre da Soresina si solleva un nuovo grande tema che coinvolge il Cremonese senza eccezione alcuna. I primi a denunciare la problematica dell’abbandono selvaggio erano stati i Volontari dell’Ambiente. Una decina di persone che, da altrettanti anni, si occupano di pulire gratuitamente quelle zone della città dove il gestore non arriva. In primis strade provinciali e periferie industriali. Il loro grido d’aiuto raccolto dal primo cittadino: «Eccellente l’operato del mondo del volontariato ma non possiamo farne la base del servizio di raccolta extra-comunale. Né possiamo accettare, come è successo a Soresina ma credo in molti altri paesi, di dover utilizzare il personale municipale anche fuori dalle aree di competenza. Se continuiamo così ogni sforzo è vanificato. Non c’è, oggi, un piano comune d’azione e anche chi pulisce si ritrova dal giorno successivo di fronte, con comprensibile frustrazione, alla situazione di partenza».
Il sindaco della «città sotto la Tettoia», non c’è dubbio, si rivolge prima di tutto a Cremona. Ma la sua, ci tiene a dirlo subito, non è una critica e neppure un attacco: «È un invito al dialogo – precisa –. Forse sollevo un problema che la provincia sta già studiando e sarebbe un bene. Quello che serve però è un confronto tra tutte le realtà, tra tutti gli enti e le istituzioni. Capiamo insieme come agire e prepariamo un piano condiviso ascoltando le voci dei sindaci, dei responsabili provinciali, delle associazioni, di chi si occupa delle rogge. L’importante è non ignorare questo tema che, credo, riguardi tutti».
E non si parte alla cieca, una bozza c’è già. Ecco come si potrebbe cominciare secondo Vairani: «Penso che una fotocamera che immortala il trasgressore e permette di comminargli una multa bella salata sia già un passo in avanti. Immagino scoraggi chi intendeva imitarlo. Non serve solo pensare a un nuovo servizio ma anche ad approntare poi verifiche e controlli».
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