L'ANALISI
24 Ottobre 2022 - 05:25
CREMONA - Degrado e dispiacere. Il tema dell’immigrazione è in questi giorni tornato in auge a Cremona, con il sindaco Galimberti che ha ammesso difficoltà nella gestione dei minori: «Sì all’accoglienza, specie se si tratta dei minori, ma non così!» aveva scritto in un post su Facebook qualche giorno fa, segnalando l’arrivo di altri 17 migranti minorenni provenienti dall’Egitto. «Insostenibile» aveva definito la situazione. Come se non bastasse, si levano anche le lamentele dal quartiere Centro, con i residenti che da mesi segnalano una situazione allarmante nei pressi del teatro Ponchielli. Dalla primavera scorsa (secondo alcuni residenti intorno a marzo/aprile) ogni notte gruppi di richiedenti asilo si accampano sotto il colonnato del teatro in attesa dell’apertura, la mattina successiva, dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Cremona, che si trova esattamente di fronte all’ingresso del teatro.
La scena si ripete identica tutte le sere: un sacco a pelo, nel migliore dei casi, o un semplice lenzuolo, nessun servizio igienico se non la strada stessa, nessun cuscino se non i basamenti delle colonne del teatro, nessun materasso se non i lastroni di pietra del marciapiede. E, se in primavera e in estate le condizioni metereologiche potevano garantire temperature accettabili durante la notte (sempre che lasciare delle persone per strada possa essere considerato accettabile), ora che le temperature stanno diminuendo, si temono le conseguenze dell’arrivo del freddo invernale e ci si chiede come potrà risolversi questa situazione surreale.
I residenti hanno ben impresse nella memoria le lunghissime code davanti all’ufficio immigrazione subito dopo la fine del lockdown nel 2020, con la ripresa delle pratiche sospese a causa del Covid. Le file partivano da Corso Vittorio Emanuele e finivano in via dei Tribunali, riempiendo tutta via Sommi Picenardi.
Giovanni (nome di fantasia) risiede dal 2006 in via Cesari, la via che collega il teatro Ponchielli con la chiesa di san Pietro al Po. «Potendo scegliere non mi trasferirei più qui». Racconta che tutto il circondario versa in un preoccupante stato di degrado ormai da tempo: «Sporcizia, schiamazzi tutta la notte, vigili che non rispondono alle segnalazioni e perenne assenza di netturbini e servizi di pulizia: la pulizia dei rifiuti sparsi per strada è affidata al buon cuore di un volontario che tutti i pomeriggi raccoglie l’immondizia per terra perché da anni non si vedono spazzini».
Si coglie l’esasperazione di chi abita in quelle vie, e che, pur vivendo vicini alla Questura, si sentono abbandonati a sé stessi. Anna (nome di fantasia) abita in via Cesari da 22 anni. «Ho paura a uscire con il cane la sera – racconta – devo mandare mio marito». E segnala come, da quando nei paraggi sia stato posizionato il venditore automatico aperto 24 ore su 24, siano sempre più frequenti rumori molesti e grida.
Sui richiedenti asilo che dormono in strada, dice: «Sono ragazzi sfortunati, con chissà quali drammatiche storie alle spalle non sembrano violenti, ma non sono condizioni accettabili per la dignità umana».
E, in effetti, è impossibile darle torto. Ci si chiede se il sistema di accoglienza cremonese sia così vicino al collasso da non poter garantire un tetto e un materasso.
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