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Allarme accoglienza: «Aiutare è un dovere di tutti, si indaghi la rete criminale»

Caso minori non accompagnati: don Codazzi, della Caritas, in prima linea con il terzo settore

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

19 Ottobre 2022 - 21:12

Allarme accoglienza: «Aiutare  è un dovere di tutti, si indaghi la rete criminale»

CREMONA - Arrivano soprattutto dall’Egitto e in particolare dalla zona di El Fayum, sono ragazzi fra i 16 e 17 anni, minori non accompagnati che con sempre maggiore frequenza arrivano dalla Terra dei Faraoni alla città di Stradivari. Solo nello scorso fine settimana ne sono arrivati 17, da settembre gli arrivi sono stati 63, 244 dall’inizio dell’anno. Si tratta di numeri che stanno mettendo in difficoltà il sistema di accoglienza che vede coinvolto il Comune, in prima linea, inserito nel SAI e con braccio operativo l’associazione temporanea di imprese che unisce le cooperative Nazareth, Sentiero, Servizi per l’accoglienza onlus e Mestieri Lombardia.

Don Pier Codazzi, direttore della Caritas


L’appello del sindaco Gianluca Galimberti ha fotografato — sentendo gli operatori — una situazione divenuta ormai insostenibile, ma che non per questo può rinunciare alla necessità e il dovere di accogliere i minori come vuole la legge e impone l’etica. È di questo avviso don Pier Codazzi, direttore della Caritas, che non esita a commentare: «Se pure non si può e non si deve rinunciare all’accoglienza, non bisogna tacere e ignorare che il rischio è, anche, quello che si avvalli un sistema criminale, un’organizzazione che agisce perché i ragazzi arrivino qui e in altri luoghi in Italia. Il sindaco l’ha detto in maniera chiara e in questa direzione credo andranno le indagini».


Il grido d’allarme lanciato da Galimberti mette in evidenza come ci sia un problema che investe l’intero sistema di accoglienza: «E che chiama in causa scelte e modelli organizzativi a livello nazionale, in cui i Comuni e il terzo settore sono l’ultimo tassello di un sistema che li chiama in causa insieme al tessuto sociale e associativo della città — entra nel merito don Codazzi —. La nostra comunità di Cortetano è al completo, il terzo settore è mobilitato su più fronti, ma il crescente numero di ragazzi e il continuo flusso di arrivi stanno mettendo tutti in difficoltà, per quanto fino ad ora la macchina organizzatrice abbia saputo tener testa alle richieste di accoglienza».

Giusy Biaggi. vice direttrice della cooperativa Nazareth


Tutti i 133 posti disponibili sono andati esauriti, di qui l’appello del primo cittadino e il senso di impotenza di chi opera per accogliere e aiutare. «Abbiamo tre tipologie di accoglienza dei ragazzi — spiega Giusy Biaggi della cooperativa Nazareth —. C’è un affido potenziato presso nuclei familiari, una comunità che ospita minori e poi alloggi pensati per quei ragazzi che hanno la possibilità di essere autonomi, magari cui manca poco alla maggiore età». Ma la presa incarico dei minori non accompagnati è totale e necessita di una rete di supporto tanto complessa quanto tempestive: «Ci occupiamo di tutto, dall’igiene personale, al reperimento di abiti e beni di prima necessità, al supporto psicologico — afferma —. Poi la formazione e l’alfabetizzazione. Per questo motivo per ogni ragazzo cerchiamo di predisporre piani di istruzione e formazione personalizzati in accordo con le istituzioni formative del territorio dal Cpia piuttosto che i centri di formazione professionale: Scuola edile, Enaip, Cr.Forma, Ial».


L’obiettivo è quello di dare ai ragazzi una prospettiva di vita e di lavoro: «Lavorando sull’acquisizione delle competenze di base e predisponendo un piano di istruzione e formazione con sbocco professionale. La difficoltà è che ci troviamo ad agire in un tempo limitato, un anno, due anni e mezzo prima che i ragazzi compiano il diciottesimo anno. E ci troviamo a lavorare con tutte le problematiche dell’età evolutiva e con un passato spesso pesante. Anche per questo accogliere con cura è ancora più importante».

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