L'ANALISI
16 Ottobre 2022 - 05:20
CREMONA - Statistiche alla mano, i cremonesi hanno iniziato l’anno con 1.305 euro in tasca in più (il reddito pro capite 2021 era infatti salito del 6,3%) ma i duri mesi segnati dai rincari energetici hanno comunque fatto crollare le economie familiari. Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio Findomestic (Gruppo Bnp Paribas), infatti, i cittadini sono molto preoccupati per la crescita dei prezzi e l’inflazione. Tanto che le propensioni d’acquisto a tre mesi sono calate mediamente del 9,7%. Con un picco negativo che riguarda il settore della casa: -27,3% da settembre ad agosto. Attualmente, solo un cittadino su cinque pensa che questo sia il momento propizio per fare o pianificare compere.
A Cremona il 2021 aveva fatto registrare un +4,4% degli acquisti di auto, un +18,1% per le moto e un significativo incremento anche nel settore dei beni per la casa (+22,4% per i mobili e +17,5% per gli elettrodomestici). La spesa per i telefoni aveva inoltre toccato quota 39 milioni (+6,6%) e gli acquisti per l’elettronica di consumo e l’information technology avevano raggiunto rispettivamente i 18 e i 16 milioni di euro, in crescita del 40,2% e del 6%. Poi la guerra, le bollette schizzate alle stelle e le incertezze sul futuro. Che ben sono sintetizzate dalla recente indagine dell’Osservatorio Findomestic: i cittadini lombardi, più di altri in Italia, pensano che sarà necessario un adattamento nei nostri comportamenti: risposta affermativa del 43,7% contro la media nazionale del 39,9%.
Se da agosto a settembre le intenzioni d’acquisto sono crollate quasi del 10%, analizzando i vari settori si scopre che la forbice è ampia: si va dal -1,6% per i grandi elettrodomestici al -18,7% per le auto nuove. Di contro, aumenta ancora il mercato delle auto usate: +1,9%. Pure gli acquisti di veicoli alternativi hanno subito uno stop: e-bike a -11,2% e monopattini elettrici a -10,7%. Torna in negativo la tecnologia (computer -3,3%, tablet -4%, telefonia -7,1%) così come la propensione a ristrutturare casa che arretra del 5,3% rispetto al mese precedente. Hanno il segno meno anche altri settori collegati: caldaie a condensazione e biomassa -5,3%, pompe di calore -8,2%, isolamento termico -9,7%, impianti fotovoltaici e termici -12,5% e infissi a -15,3%. Soffre il comparto del tempo libero: viaggi a -10%, attrezzature sportive a -9,5% e attrezzature per il fai da te a -11,1%. In sintesi, secondo l’indagine dell’Osservatorio realizzata dalla società di credito al consumo del gruppo Bnp Paribas in collaborazione con Eumetra, a fine settembre solo il 20% degli italiani riteneva che questo fosse il momento adatto per pianificare acquisti: il punto più basso registrato negli ultimi due anni. Va da sé che il restante 80% sta risparmiando e attendendo tempi migliori. Stabile però la propensione all’utilizzo del credito al consumo: tre su dieci pensano di acquistare un bene a rate.
Ad incidere sulla scarsa propensione all’acquisto sono vari fattori. A partire da prezzi e inflazione che dallo scorso aprile rappresentano la prima preoccupazione degli italiani (è così per il 49% degli intervistati) insieme al timore di una recessione (46%) e di attacchi nucleari (per la prima volta indicata dal 18% degli intervistati). Il 23% dei cittadini continua inoltre a temere la sospensione delle forniture energetiche e il 66% vive l’incubo bollette paventando ulteriori aumenti sostanziosi: per il 41% l’incremento sarà tra il 10 e il 20%, per il 18% sarà tra il 40 e il 50%, mentre il 7% si aspetta un raddoppio.
«In questo contesto – commenta Gilles Zeitoun, amministratore delegato e direttore generale di Findomestic – la stragrande maggioranza degli italiani (91%) si aspetta un autunno difficile. Per contenere i costi quasi la metà degli intervistati dichiara di essere intenzionata a ridurre il riscaldamento (48%) e a tagliare consumi energetici e spese non necessarie (43%). Per il 38% non si tratterà di un’opzione, ma al contrario è convinta che saremo costretti a ridurre l’uso di gas ed elettricità a causa di razionamenti imposti dall’alto».
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