L'ANALISI
12 Ottobre 2022 - 08:48
CREMA - La rivoluzione delle case dell’acqua, che significa uno stop al prelievo libero, con conseguenti sprechi e utilizzo improprio degli erogatori, introducendo invece una regolamentazione che definisca per ogni utente della città – chi ha un contratto domestico – un massimo quantitativo giornaliero.
L’acqua sarà sempre gratis, ma l’ipotesi potrebbe essere un prelievo quotidiano di otto litri, sulla falsariga della sperimentazione che Padania Acque ha avviato da qualche settimana a Bonemerse, paese del Cremonese.
Ad annunciare l’intenzione del Comune di seguire questa strada è stato il sindaco Fabio Bergamaschi, nella serata di lunedì, nel corso del consiglio comunale. Intervenendo sulla mozione, poi ritirata, del consigliere di minoranza Giuseppe Torrisi (lista Borghetti sindaco), relativa proprio all’utilizzo improprio delle quattro case dell’acqua cittadine, ha fornito indicazioni in merito alla volontà del Comune di cambiare strada.
«L’uso scorretto degli erogatori non deve sminuire il valore civico e ambientale dell’iniziativa che viene portata avanti in sinergia con il gestore del servizio idrico Padania acque – la premessa del sindaco –: ci sono sempre minoranze che danno luogo a comportamenti non consoni, e grandi maggioranze silenziose che ne fanno un uso civile. Padania, su mandato dei sindaci dell’assemblea di Ato, ha valutato soluzioni per il contrasto allo spreco dell’acqua e l’introduzione di elementi tecnologici che garantiscano un uso più rispettoso, anche dal punto di vista igienico e sanitario».
Bergamaschi ha fatto riferimento alla sperimentazione in corso a Bonemerse. Ogni nucleo familiare può prelevare, grazie al codice QR code corrispondente alla propria utenza, fino a un massimo di otto litri di acqua liscia e gassata al giorno. Un quantitativo sufficiente per quello che è il corretto utilizzo della fonte pubblica, ovvero acqua da bere e non destinata ad altri usi domestici e civili. Solamente i cittadini residenti a Bonemerse possono prelevare. Il Qr code è stato trasmesso ad ogni utente da Padania. Basta posizionarlo in corrispondenza del lettore posto sul lato della casetta dell’acqua e si avvia l’erogazione della stessa.
«Sino ad ora il prelievo non è strettamente legato al singolo utente residente, ciò promuove il consumo di acqua pubblica in contrasto a inquinamento e impiego delle plastiche usa e getta – ha proseguito il sindaco –: la sperimentazione in atto ci interessa e va valutata da tutti i sindaci dell’Ato. Certo, e lo dico per mia sensibilità, ritengo sia allo stesso tempo opportuno garantire la più ampia accessibilità possibile a questo servizio. Penso, ad esempio, alle migliaia di studenti delle scuole che so utilizzare con assiduità le fonti pubbliche e gratuite. Si tenga conto di questa nostra peculiarità».
Il Comune si atterrà dunque all’esito della sperimentazione e a quanto deciderà l’assemblea dei sindaci, ma la strada sembra tracciata per mettere d’accordo necessità di evitare gli sprechi e uso pubblico dell’acqua.
«Credo che per la primavera prossima il sistema del Qr code possa essere diffuso a tutte le case dell’acqua che come Padania abbiamo sul territorio e dunque anche alle quattro di Crema – sottolinea Alessandro Lanfranchi, amministratore delegato della società –: con i tempi tecnici necessari appronteremo le modifiche e invieremo i codici alle famiglie. L’indirizzo dei sindaci in questa direzione è chiaro».
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