L'ANALISI
12 Ottobre 2022 - 05:00
SAN BASSANO/SORESINA - Il primo sindaco a rispondere all’appello di Diego Vairani, il primo cittadino di Soresina che aveva denunciato il problema del «business delle catapecchie affittate agli immigrati», è Giuseppe Papa di San Bassano. Che, dettaglio peraltro non secondario, non è un alleato di Rinnova Soresina (e quindi del centrosinistra) perché ha vinto le elezioni con una civica pura con candidati di destra, di sinistra e di centro. Papa, come detto, raccoglie la palla e la rilancia in campo: «Vairani ha sollevato un tema reale. Ora — qui la proposta — serve che i sindaci del territorio facciano fronte comune e organizzino un tavolo di lavoro sulla questione degli affitti. Potremmo usare Azienda sociale, che già ci unisce, per discuterne o altri organi sovracomunali. Facciamo una rete con sindacati e associazioni di categoria degli affittuari, per far sentire la nostra voce».
Il «business delle catapecchie» e la presenza costante di proprietari italiani e affittuari stranieri, quindi, pare proprio essere un problema non solo soresinese. Papa lo sa bene: «Affittano senza dar spiegazioni, senza pretenderne, senza approfondire. Poi o li lasciano lì e magari creano problemi al vicinato, oppure li cacciano fuori e se ne fregano, perché poi sono problemi del Comune». Non un esempio a caso: «Così è stato per una mamma straniera e le sue due figlie minorenni che abbiamo dovuto mandare in comunità. Così prima era stato per l’emergenza profughi con persone che hanno sì messo a disposizione la propria abitazione ma senza la premura di dialogare col Comune e nemmeno coi vicini».
Insomma, un nodo aperto: «E sia chiaro — precisa Papa — il mio non è un discorso contro gli immigrati. Anzi, come i centomila bravissimi affittuari e i bravi cittadini, questi sono vittime dei pochi affittuari senza scrupoli che crea danni a tutti. Gli stessi stranieri se ne accorgono solo dopo. Pensano di comprare a poco facendo un affare e poi, giustamente, si accorgono dell’umidità, della doccia e della rete elettrica che si rompono. Poi chi li aiuta? Chi paga? Resta tutto in capo al Comune che già ha mille difficoltà». Quindi l’appello: «Sindaci, uniamoci. Prima il tavolo di regia e poi, con tutte le parti, creiamo una sorta di comitato di gestione. Prevenire è meglio».
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