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SORESINA. L'INTERVISTA

«Cittadini esasperati? Ma fanno i soldi affittando ruderi agli stranieri»

Il sindaco Vairani: «Si lamentano delle difficoltà di convivenza e intanto preferiscono inquilini che non fanno storie»

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

06 Ottobre 2022 - 05:20

Business immobiliare,  il sindaco: «C’è chi ha guadagnato molto affittando case agli stranieri»

Il sindaco Vairani e Soresina

SORESINA - «In molti si chiedono perché ci siano tanti stranieri a Soresina? La risposta è semplice: perché dietro c’è un business immobiliare. E in alcuni casi, gli stessi che si lamentano, o ci lucrano politicamente ne fanno parte».

Dure le parole del sindaco Diego Vairani che di attacchi all’amministrazione, sul tema dell’immigrazione, non ne può più: «Non c’entra l’amministrazione, non c’entra il Comune. C’entra chi guadagna sulla pelle dei soresinesi da vent’anni e poi fa l’ipocrita. Vendere catapecchie non restaurate a persone di origine egiziana, rom o indiana, per poi lamentarsene, non è fare accoglienza, è una scelta precisa». Quindi l’appello: «Noi controlliamo che sia tutto in regola. Anche Guardia di Finanza e Prefettura vadano a fondo».

Soresina, dopo Casteldidone, col suo quasi 20% di popolazione nata oltreconfine, è la seconda città cremonese per numero di immigrati. E di questo molti residenti si lamentano spesso e con veemenza, chiedendosi il perché del dato. Vairani, il sindaco, vuole fare chiarezza: «Mi fa sorridere che alcuni se lo chiedano. Lo sappiamo bene. I soresinesi non fanno più figli, la città ha molti servizi: dall’ospedale alle scuole. Ed è un polo lavorativo ma, soprattutto, c’è un business abitativo».

Un racket? «No, è tutto fatto nella legalità — chiarisce subito il primo cittadino — ma non con etica. Ci sono affittuari di Soresina, ma anche di Annicco, di Cremona, di Parma o di Milano e non cito queste realtà a caso, ma perché so chi sono. Con la compiacenza di agenzie immobiliari, scelgono deliberatamente di vendere agli stranieri. Non hanno scelto negli anni passati di affittare ai molti insegnanti che venivano dal Sud, non agli infermieri. Ma agli stranieri che, spesso, accettano di vivere in ruderi pur di avere una casa. Da lì nasce tutto il problema che, comunque, non finisce qui».

Questo giro d’interessi, per la fascia tricolore, è anche all’origine di una parte del disagio sociale: «Questi proprietari di casa, poi, mica spiegano agli stranieri come fare la differenziata o altre piccole cose. Se ne fregano. Problemi che poi ricadono sul Comune, sulla collettività».

La colpa sarebbe anche del sistema: «E le case popolari? Piene di stranieri, certo, perché sono sempre loro per i criteri scelti dalla Regione a trovarsi ai primi posti delle graduatorie».

Parrebbe quasi un discorso «di destra». Vairani, però, è un esponente di spicco del centrosinistra, vicino al Pd che appoggia la sua Rinnova Soresina. Perché allora? «Perché l’accoglienza, quella vera, è fatta di diritti e doveri — spiega —: sono un buono, non un buonista. Nella vita, nessuno mi ha mai regalato niente e sono cresciuto credendo nel rispetto delle regole, per tutti. E piantiamola col dire pure che il Comune paga le bollette agli stranieri. Li aiutano, giustamente, le associazioni. Io sono una persona onesta e il 90% della spesa sociale dei miei cittadini la investo su assistenza ad anziani, a minori, persone fragili».

La chiosa: «Chi ha creato i problemi di oggi si faccia un esame di coscienza».

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