L'ANALISI
10 Ottobre 2022 - 16:20
CREMONA - «Riapro, malgrado tutto, malgrado il caro energia e la situazione in cui versa l’abitudine di vedere i film in sala suggerirebbero l’esatto contrario — dichiara Giorgio Brugnoli, gestore della sala di via Antiche Fornaci —. Il megaschermo del CineChaplin si accenderà solo nei fine settimana, ci tento. Vediamo come andrà, se il pubblico risponderà, se ci saranno film che possano sostenere l’apertura». Il CineChaplin aprirà con l’ultimo film di Francesca Archibugi, Colibrì, nel cast attori di sicuro richiamo: Pierfrancesco Favino, Kasia Smutniak e Nanni Moretti.
Ma l’esercente che in estate gestisce anche l’Arena Giardino, presentando in Regione Lombardia il documentario sulla via della Postumia, consegnando una lettera all’assessore alla Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli in cui faceva presente le difficoltà del settore, chiedendo attenzione al comparto. «Pensando ai due locali da me gestiti ormai da tempo mi domando cosa abbia più senso in questa difficile situazione. Mi domando se la prospettiva di una loro definitiva chiusura a breve sia, in fondo, la scelta più logica e sostenibile, anche se ciò significherebbe la perdita del patrimonio professionale di una vita — scrive all’assessore l’esercente cremonese — . Nello sforzo di scongiurare tale esito mi sento di segnalare come, in particolare nel mio settore, il ruolo degli enti pubblici possa diventare determinante per presidiare la funzione pubblica della sala, così come viene già fatto per altri luoghi culturali privati».
Nella lettera Brugnoli cerca di indicare quali possono essere gli interventi di aiuto al comparto: «Tanti sono gli interventi auspicabili a carico, in particolare, dei Ministeri e dello Stato centrale: da una normativa in grado effettivamente di tutelare il ruolo della sala rispetto alla concorrenza (spesso sleale) dello streaming fino a una gestione più oculata degli investimenti pubblici — scrive —. In tal senso mi permetto allora di segnalare l’auspicio di una revisione della Legge Regionale 50/1986, consentendo così un maggior coinvolgimento anche di soggetti culturali privati particolarmente qualificati. Immagino (e spero) che in questa prospettiva potrebbero avere un ruolo significativo anche le maggiori Fondazioni lombarde come Fondazione Cariplo o le Fondazioni Comunitarie, ad esempio prevedendo temporanee modifiche statutarie per la creazione di capitoli economici ad hoc».
La lettera è stata consegnata il 14 settembre scorso ma come osserva, non senza amarezza, Giorgio Brugnoli: «Mi aspettavo una risposta ma, ad oggi, non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione: questo mi rammarica molto e ho così ritenuto di rendere il pubblico partecipe delle mie considerazioni». L’esercente non demorde e venerdì aprirà di nuovo: «Una scelta non casuale quella della riapertura dedicata al nostro cinema italiano di qualità al quale dobbiamo tutti, con forza, rivolgerci e al quale dobbiamo dare fiducia per cercare di superare questo momento drammatico», conclude Brugnoli.
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