L'ANALISI
05 Ottobre 2022 - 16:44
Una delle gabbie piazzate
PANDINO - Due gabbie sono al loro posto, presto ne arriveranno altre. Ma attenzione, non si tratta di semplici operazioni di cattura. Dietro all’utilizzo di trappole per le nutrie c’è un innovativo progetto di sterilizzazione chirurgica di ogni animale. L’iniziativa punta poi a reimmettere gli esemplari in natura, con l’obiettivo finale di fermarne la riproduzione.
Il vero problema della sempre crescente presenza di questi roditori, che da anni infestano a migliaia le campagne cremasche e cremonesi, è legato proprio alla velocità di riproduzione di questa specie: anche tre cucciolate l’anno. A
sposare questo progetto è stato il Comune che, nei mesi scorsi, aveva siglato un accordo con l’associazione Progeco ambiente& natura di Buccinasco. Stop abbattimenti quindi, meglio fermare la riproduzione così da mantenere una popolazione numericamente costante e in equilibrio con l’ambiente.
Sono sette le colonie di nutrie individuate in paese – alcune sono in centro a due passi dal castello – e nelle campagne circostanti. In ognuna verranno sistemate le trappole. Il tutto senza spese a carico dell’ente pubblico.
«Un’attività di ricerca – chiariscono i tecnici – per contenere la popolazione della nutria con metodi ecologici, alternativi all’abbattimento. Si procede alla cattura per poi passare alla sterilizzazione e alla reintroduzione nell’ambiente originario. Il controllo della fertilità degli animali ha come fine ultimo il mantenimento nel sito prescelto di un numero stabile di esemplari, compatibile con le risorse presenti».
L’iniziativa tiene anche conto del fatto che gli abbattimenti non portano a risultati a lungo termine, per una semplice ragione: ben difficilmente, infatti, si riescono a eliminare tutti gli esemplari di una colonia. Anche nel caso in cui la campagna possa raggiungere questo risultato, animali di aree vicine riempiono rapidamente il vuoto.
A Pandino le zone in cui ci sono colonie di nutrie distano poche centinaia di metri e si tratta per lo più di rogge collegate tra loro, dunque facilmente i roditori si possono spostare da un posto all’altro. L’associazione ha già individuato il personale veterinario incaricato di procedere alla sterilizzazione degli esemplari, nonché i volontari sul campo.
«Teniamo volutamente nascosti i punti precisi dove sistemiamo le gabbie – spiega l’assessore all’Ambiente Sara Sgrò – per evitare che ci siano manomissioni o vandalismi. Crediamo fortemente in questo progetto, del quale riconosciamo l’importante aspetto etico, ma ne cogliamo anche il valore scientifico, dal momento che è stato osservato come gli abbattimenti tendano a scatenare nella popolazione di castorini un meccanismo di iperfertilità difensiva, che porta gli esemplari a generare un numero maggiore di figli rispetto alla norma».
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