L'ANALISI
30 Settembre 2022 - 16:41
CREMONA - Con 29.821 tamponi effettuati è di 6.252 il numero di nuovi positivi al Covid registrati in Lombardia, 168 in provincia di Cremona, con un tasso di positività in aumento al 20,9% (ieri era al 20,1%).
Il numero dei ricoverati è in aumento nelle terapie intensive (+1, 9) e nei reparti (+43, 581). Sono 12 i decessi - di cui 3 a Cremona - che portano il totale da inizio pandemia a 42.546.
Sono 34.479, in diminuzione rispetto a ieri, i nuovi contagi da Covid-19 registrati nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 37.522), secondo i dati del ministero della Salute. Le vittime sono 38, in aumento rispetto alle 30 di ieri. Il tasso di positività è al 18,8% (ieri era al 18,9%). I tamponi molecolari e antigenici sono 183.059, rispetto ai 198.119 di ieri.
Il totale dei casi di Covid rilevati dall’inizio della pandemia in Italia è di 22.467.278. Sono 136 i pazienti ricoverati in terapia intensiva nel bilancio tra entrate e uscite (ieri erano 141), ovvero 5 in meno di ieri, mentre gli ingressi giornalieri sono 16. I ricoverati nei reparti ordinari sono invece 4.101 (ieri erano 3.849), ovvero 252 in più. Gli attualmente positivi sono 441.944. Dimessi e guariti sono 21.848.242, mentre il totale dei decessi dall’inizio della pandemia è di 177.092.
La proroga da parte del ministro della Salute dell’obbligo di mascherina nelle strutture sanitarie rappresenta «un’ordinanza di buon senso a tutela dei pazienti fragili. Auspichiamo si adotti questa scelta anche per tutto il periodo dell’influenza stagionale». Lo afferma il segretario generale della Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti.
«Apprezziamo profondamente - rileva Scotti in una nota - l'ordinanza con cui il ministro Roberto Speranza ha prorogato al 31 ottobre l’obbligo di indossare le mascherine nelle strutture sanitarie. Si tratta di un atto di sanità pubblica che serve a tutelare la salute degli operatori sanitari, oltretutto in grave carenza di organico. Indossare la mascherina protegge soprattutto i pazienti fragili, che sono i principali frequentatori delle strutture sanitarie, a cominciare dagli studi professionali della medicina di famiglia».
«Auspichiamo che la stessa decisione possa essere presa in continuità anche per il futuro - dice Scotti - nell’ambito delle azioni che competeranno al prossimo Governo. L’uso delle mascherine, soprattutto quando ci si trova in strutture sanitarie, aiuta infatti ad evitare la diffusione del contagio, non solo da Covid, che nei confronti di pazienti fragili può essere molto pericoloso, ma di tutte le malattie trasmissibili per via aerea come l’influenza, le malattie respiratorie da batteri o da virus e anche il semplice raffreddore. Usare dispositivi di protezione individuale e disinfettare le mani sono comportamenti di buon senso e di responsabilità, comportamenti che dovrebbero persistere a prescindere dal perdurare della pandemia e soprattutto essere mantenute nei periodi epidemici, limitando così le infezioni che spesso, per sintomi ed evoluzione, possono confondersi o mascherare una infezione da Covid».
«Dopo anni di decrescita abbiamo censito che c'è una tendenza a ricrescere del fumo, e questo è un problema per tutte le implicazioni che comporta. L’altro elemento è l’adesione agli screening, con la necessità di intervenire rapidamente per riprendere un quel percorso virtuoso». Lo ha sottolineato oggi a Padova Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), intervenendo al congresso nazionale della Società italiana di Igiene (Siti).
«L'appello è: riprendiamo queste pratiche - ha aggiunto Brusaferro - perché ci consentono attraverso gli screening di intercettare precocemente le patologie, di essere più efficaci nei nostri interventi». Nel suo intervento, Brusaferro ha parlato del Covid-19 come "sindemia": «E' il fatto - ha spiegato - che un evento così importante, così storico, come quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo della pandemia, non ha soltanto una dimensione biologica, non ha soltanto una dimensione legata alla trasmissione delle infezioni, ma la sua gestione e il suo impatto richiede e implica uno stretto coinvolgimento anche con tutti i comportamenti. Allora in realtà comportamenti, aspetti sociali, aspetti biologici, tra loro interagiscono modificando significativamente in senso positivo o meno positivo il rischio e la possibilità che poi le persone possano essere affette da patologie».
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