L'ANALISI
29 Settembre 2022 - 15:56
SORESINA - Quando si è presentata in caserma, nel novembre scorso, non parlava una sola parola d’italiano; ma a descrivere cose le fosse capitato sono bastati gli ematomi sul viso e il labbro spaccato: più eloquenti di qualsiasi racconto. Dall’altra sera, chi l’aveva ridotta in quello stato è in carcere, a Cremona. E come accade spesso, non si tratta di un estraneo. Anzi, dell’uomo con cui si era sposata, qualche mese prima in Egitto, il Paese in cui sono nati entrambi.
A spalancare le porte del carcere a un quarantenne con impieghi saltuari nelle cucine dei ristoranti, trapiantato a Soresina con la compagna, ma già con i documenti pronti per trasferirsi nel Nord Europa, è stato il lavoro certosino svolto dal comandante Andrea Guarino, al vertice della stazione dei carabinieri della cittadina, in pool con i collaboratori più stretti. Perché ricostruite le violenze subite dalla giovane, 25 anni e neppure l’ombra di un contratto d’assunzione, è stato tutt’altro che semplice.
Ospitata in una casa protetta già all’indomani del pestaggio di novembre, se n’era allontanata per tornare dal marito. L’uomo che, solo qualche settimana prima che si rivolgesse ai carabinieri, le aveva già fratturato il setto nasale. In Pronto soccorso, dove venne visitata per l’aggressione, stimarono in 25 giorni il tempo necessario perché si potesse riprendere. Ma pure in quell’occasione, aveva seguito il marito. E non solo a Soresina, ma pure in Germania, dove la coppia aveva vissuto per un paio di mesi, prima di rientrare nel Cremonese. I carabinieri, dal canto loro, giorno dopo giorno hanno arricchito il fascicolo aperto in Procura sul caso. Sino all’emissione del provvedimento di custodia cautelare, cui gli stessi investigatori hanno dato esecuzione martedì.
«La situazione è stata seguita con massima attenzione dai Servizi sociali del Comune — tiene a far sapere l’assessore comunale Laura Galbignani —: la giovane donna è stata aiutata, a più riprese, dagli assistenti sociali a trovare una comunità idonea. Nonché assistita, sin dal primo momento».
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