L'ANALISI
22 Settembre 2022 - 05:25
CREMONA - Nel solo mese di agosto il deficit idrico del bacino del Po ha causato una mancata produzione di energia idroelettrica pari al 40% rispetto all’anno precedente. Se ne è parlato ieri nel corso dell’Osservatorio sulla crisi idrica, convocato via streaming dall’Autorità distrettuale del fiume Po. Chiaro il messaggio emerso: la siccità è un dramma per agricoltura e allevamenti, ma lo sta diventando anche a livello energetico.
Ieri a Cremona il livello è rimasto fermo a -7,33 metri, ma per la prima volta dopo settimane l’Osservatorio ha parlato di «severità critica media», dunque non più alta. «Non c’è dubbio che la criticità permane tutt’ora e non siamo ancora rientrati nella situazione normale – ha evidenziato il segretario generale di AdbPo, Alessandro Bratti –. Il miglioramento è stato leggerissimo. Ci sono diversificazioni territoriali molto capillari, da provincia a provincia. E dunque il quadro, se da una parte migliora sensibilmente, dall’altra va verificato subito dopo le previste piogge, per comprendere la reale condizione in chiusura del periodo ed in previsione futura». Di sicuro l’innalzamento del Po ha già contribuito all’arretramento del cuneo salino (oggi a circa 17-19 chilometri dalla linea di costa adriatica contro i circa 40 km di fine luglio) e anche il riempimento dei grandi laghi è in ripresa.
Durante l’incontro è stato particolarmente significativo l’intervento del settore idroelettrico. I cui rappresentanti hanno parlato appunto del deficit di produzione, certificato anche da Terna, operatore che si occupa della gestione delle reti per la trasmissione dell’energia elettrica: da gennaio ad agosto sono stati prodotti 20.981 gigawattora di energia tramite impianti idroelettrici, contro i 34.105 dello stesso periodo del 2021. Solo in agosto, l’energia prodotta da fonti rinnovabili fra cui l’idroelettrico ha coperto soltanto il 35% del fabbisogno totale. Mentre nel 2021 era arrivata a coprire il 42%. Anche le turbine della centrale di Isola Serafini dal 16 giugno funzionano a singhiozzo: per il momento, dopo un protratto stop totale a causa della scarsa portata del fiume, è stato riattivato un solo gruppo e quindi con potenza ridotta.
Durante l’Osservatorio si è parlato infine della stagione irrigua. É stato spiegato che sta progressivamente giungendo alla sua conclusione e proporzionalmente pure le derivazioni lungo l’asta del Po si stanno gradualmente esaurendo, anche se in Emilia-Romagna la maturazione delle ultime colture di pregio necessita ancora di un apporto costante. Perciò la Regione guidata da Stefano Bonaccini manterrà le deroghe al deflusso minimo vitale sino a fine ottobre.
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