L'ANALISI
18 Settembre 2022 - 16:28
Fabiana, da Senigallia, con le sue bambole «rinate»
CREMONA - Arriva da Senigallia, terra flagellata dalle alluvioni di questi giorni, Fabiana Casella: ha 26 anni e realizza le bambole reborn (quelle cosiddette «rinate») da quando ne aveva 21. Passione ereditata dal nonno che aveva quelle di porcellana. «Quando ero bambina non potevo permettermene una – confessa –. Poi col tempo, lavorando, ho preso la prima, poi la seconda e poi ho deciso di cominciare a farle in autonoma. È la seconda volta che vengo a Cremona, mi piace moltissimo».
Fabiana è una dei 180 protagonisti della mostra «Un milione di giocattoli», che oggi ha riempito di gente un padiglione della Fiera. Edizione cremonese numero 67, ideata e organizzata dall’Aigec, l’associazione italiana del giocattolo d’epoca e da collezione», che sotto al Torrazzo è guidata da Lorenzo Cavazzoni.
Sui tavoli degli espositori, che arrivano da ogni angolo dello Stivale, ma anche da Belgio, Francia e Germania, ci sono «balocchi» da fine Ottocento agli anni Settanta-Ottanta: dal soldatino in pasta degli anni Trenta a quelli in plastica italiani, ai giocattoli in latta anni Trenta Quaranta. Poi, novità di questa edizione, ci sono gli addobbi natalizi di stile Vittoriano per regalare l’atmosfera giusta alla festa. E, naturalmente, una svariata gamma di bambole che fanno restare in tanti a bocca aperta.
Prima delle dieci, quando si apre al pubblico la porta della rassegna, arrivano i visitatori-clienti. E sono subito tanti. Quelli tipo sono mamme a papà, quasi tutti con passeggini e pargoli al seguito, che guardano meravigliati i «gioielli» esposti, che si possono anche comprare. «Mamma io voglio quella lì», chiede la piccola Lucia con aria di supplica. E viene subito accontentata. Ma tra le bancarelle ci sono anche gli adulti che tempestano di domande gli espositori, non tanto e non solo sul prezzo dell’articolo esposto, ma sulla sua origine. Ci sono anche veri e propri addetti ai lavori a questa edizione. Come i coniugi Manuela e Danilo, organizzatori della mostra scambio di giocattoli di Verona: «Siamo nel settore ormai dagli anni Settanta – racconta la signora – e se quella di Verona è una delle rassegne più vecchie, perché abbiamo cominciato 42 anni fa, a Cremona veniamo sempre molto volentieri».
Cavazzoni è soddisfatto: «Qui a Cremona siamo operativi da 26 anni – ricorda l’organizzatore –: nella location della fiera è andato tutto benissimo, abbiamo lavorato molto sui social e la grande affluenza è stata facilitata anche dal fatto che non abbiamo biglietti d’ingresso, che è sempre stata una nostra politica perché è inutile limitare un mercato che è già in crisi anche con un biglietto d’ingresso, pur piccolo che sia».
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