L'ANALISI
L'OMICIDIO DI CASALE CREMASCO VIDOLASCO
17 Settembre 2022 - 08:49
L'omicida Domenico Gottardelli e la casa circondariale di Cremona dove è detenuto
CREMONA - Durante l’interrogatorio, Domenico Gottardelli non si è disperato, non ha mostrato pentimento, non si è chiesto che cosa succederà ora. Nulla. «Ora dormo tranquillo...». «Sconcertante», l’aggettivo che utilizza più di una volta il gip Elisa Mombelli nelle otto pagine di ordinanza. «Sconcertante — scrive il gip — è il fatto che Gottardelli, ritenendo di essere stato derubato da colui che ha definito un amico di vecchia data, si sia vendicato per un torto che riteneva di aver subito, senza, tuttavia, aver mai affrontato civilmente la questione con lo stesso, come era legittimo attendersi in ragione del rapporto di amicizia». Ed ancora, «sconcertante la freddezza e lucida determinazione».
Dopo una vita di artigiano idraulico, il 78enne era un pensionato che si poteva permettere cene e vacanze. Ma adesso il movente e le modalità dell’omicidio ne fanno una persona «di indole spiccata mentre vendicativa e aggressiva» oltre che «privo di freni inibitori», annota il giudice. Da qui il «concreto rischio di ulteriori gesti estremi». Anche perché il suo non è stato un gesto di rabbia, a seguito di una lite finita male. Gli ultimi cinque anni, il pensionato li ha passati a pensare come vendicarsi, «tanto che tale pensiero era diventato per lui una ossessione, sino a che, quella mattina, aveva deciso di ucciderlo», rimarca il giudice. E si è organizzato. All’omicidio volontario si aggiunge l’aggravante della premeditazione. In via Camisano, Gottardelli è arrivato verso le 9.42, con il fucile calibro 12 in un sacco sul sedile posteriore della 2 Cavalli color panna.
«Nel concreto, pare ravvisabile un proposito delittuoso insorto da tempo apprezzabile e mantenuto fermo dal momento in cui è stato deliberato», prosegue il giudice. Inoltre, «si ritiene che tra la deliberazione del reato e la sua consumazione sia decorso uno spazio di tempo — pari quasi a un’ora — certamente apprezzabile e comunque sufficiente a ponderare la decisione presa e a considerare l’ipotesi della desistenza, avendo egli avuto occasione anche quando la sua azione è stata momentaneamente interrotta dall’arrivo di una telefonata». Invece, il 78enne ha puntato dritto verso gli uffici della Classe A Energy e ha sparato a bruciapelo all’amico Gozzini «senza rispondere al cellulare squillato nel frattempo». Una «sconcertante freddezza» e una «lucida determinazione», scrive ancora il gip Mombelli. Senza «qualsivoglia segno di resipiscenza, avendo anzi l’indagato palesato soddisfazione per quanto commesso».
Tutto questo prevale sull’età e sulle condizioni di salute di Gottardelli, che oltre essere ultrasettantenne, è cardiopatico e 22 anni fa ha subito un trapianto di fegato (motivo per cui sulla Citroen 2 CV aveva anche la scritta degli «Amici del trapianto di fegato onlus»). Le sue condizioni di salute «non paiono, allo stato, incompatibili con il regime carcerario», mentre le esigenze cautelari «sono caratterizzate da eccezionale rilevanza». «Valga al riguardo ribadire - conclude il gip Mombelli— le modalità di commissione del fatto, connotato da un grado di violenza particolarmente elevato, nonché da fredda e lucida determinazione, oltre che palesemente sproporzionato rispetto al movente». Il gip ha convalidato l’arresto eseguito dai carabinieri. Gottardelli resta in carcere.
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