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CREMONA: LA SENTENZA

Dall'agguato al CremonArena all'arresto: assolto dall’accusa di tentato omicidio

Il tunisino di 24 anni «era totalmente incapace di intendere e di volere» ma è «socialmente pericoloso»: 5 anni in una Rems (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza), gli ex ospedali psichiatrici giudiziari

Francesca Morandi

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fmorandi@laprovinciacr.it

13 Settembre 2022 - 17:30

Dall'agguato al CremonArena all'arresto: assolto dall’accusa di tentato omicidio

CREMONA - Quando la domenica di Pasqua di un anno fa, vicino al Cremona Arena, il polo sportivo di piazza Atleti Azzurri d’Italia, rubò la bicicletta ad un sedicenne impegnato in una partita di tennis con gli amici, poi gli tese un agguato e, armato di coltellaccio da cucina, lo ferì tre volte alla testa, Saber Boughanmi, tunisino di 24 anni «era totalmente incapace di intendere e di volere». Ma lo straniero è «socialmente pericoloso». Assolto dall’accusa di tentato omicidio, perché non imputabile «per vizio totale di mente» come ha sostenuto il pm Francesco Messina, il Tribunale ha applicato allo straniero la misura di sicurezza: 5 anni in una Rems (Residenza per l’esecuzione di misure di sicurezza), gli ex ospedali psichiatrici giudiziari. E ha trasmesso gli atti al pm perché dia esecuzione alla misura.


Boughanmi è detenuto in carcere dall’agosto di un anno fa, catturato in Francia dopo oltre 4 mesi di latitanza. Il 4 aprile del 2021, mentre il sedicenne giocava a tennis, il tunisino con diversi precedenti di polizia alle spalle, si accovacciò vicino alla struttura sportiva, diede una sbirciata e individuò l’obiettivo. Rubò la bicicletta e, pedalata dopo pedalata, rincasò nel quartiere Po. Cambio d’abiti. Via la tuta, si travestì da donna, infilandosi un paio di leggings neri a pois bianchi, sopra i leggins dei pantaloncini corti rosa, sotto il giubbotto blu, una maglietta rossa. Afferrò un coltello da cucina custodito nella fodera, rimontò sulla bicicletta e tornò lì dove l’aveva rubata. Tergiversò. Quando il sedicenne uscì dalla struttura sportiva, si mosse lentamente. Voleva farsi notare dalla sua vittima. Quando il ragazzino lo vide, il tunisino si mise a pedalare per una decina di metri, poi abbandonò la bicicletta e si nascose. Il sedicenne recuperò la sua due ruote, Boughanmi sbucò dal nascondiglio e lo accoltellò tre volte al capo.


Grazie alla descrizione precisa fornita dal ragazzino alla Squadra Mobile e alle telecamere di videosorveglianza, i poliziotti diedero subito un nome e un volto all’accoltellatore. A casa sua si presentarono il giorno dopo. Trovarono un coltello sporco di sangue (la fodera fu recuperata sul piazzale ), la tuta, le sneaker, il berretto e gli abiti usati per il travestimento. Ma Boughanmi era sparito. Aveva già lasciato Cremona, scappato in Francia. Ad agosto incappò in un controllo della Polizia francese. Fu portato alla frontiera di Ventimiglia e finì in cella. L’avvocato Roberto Calza ha ottenuto dal Tribunale che Boughanmi venisse processato con il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica, affidata a Sergio Monchieri, il quale ha indagato la mente del tunisino, giovane «incapace di intendere e di volere al momento del fatto», ma dichiarato «socialmente pericoloso». Dal carcere alla Rems. 

 

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