L'ANALISI
11 Settembre 2022 - 05:25
CREMONA - In alcune stazioni di servizio del territorio provinciale ha raggiunto i quattro euro al chilogrammo (precisamente 3,99), quando a febbraio il prezzo era 0,98 centesimi. L’ultimo pesantissimo aumento, un euro secco, è dei giorni scorsi.
La crisi del gas si abbatte anche sul prezzo del metano per autotrazione. All’inizio della settimana appena conclusa il costo per l’utenza era 2,99 euro. In città e nel territorio è sostanzialmente quadruplicato il costo alla pompa a causa della crisi energetica.
Anche il Gpl è salito, ma non così pesantemente: oggi si attesta intorno agli 0,8 euro al chilogrammo. Per quanto riguarda benzina e diesel, la prima si può trovare intorno agli 1,7-1,8 euro al litro, il secondo continua a costare 10, 15 centesimi in più al litro. Un’anomalia che di recente i gestori delle stazioni di servizio hanno imputato esclusivamente alla speculazione dei produttori.
Tornando al metano, il prezzo alle stelle crea ovviamente pesantissime conseguenze per gli utenti e per gli operatori del settore. «A fronte di questo allucinante aumento del prezzo del gas, cosa rimane in tasca a noi gestori? Sempre 4,7 centesimi al chilogrammo», sottolinea sconsolato Dario Festari, da 35 anni al timone della stazione di servizio di via Treviglio, oggi Keropetrol, unica a Crema ad erogare il metano.
Altra opportunità di rifornimento a due passi da Crema è il distributore di Madignano, lungo la Paullese. «Il risultato di questa situazione è che quasi nessuno viene più a fare il pieno di metano, per fortuna eroghiamo anche diesel, benzina e gpl, altrimenti dovrei chiudere – prosegue Festari –: soltanto coloro che hanno auto a gas di ultima generazione, dunque con serbatoi per la benzina che hanno una capacità di pochi litri, sono costretti a continuare. La maggior parte dei veicoli a metano, però, ha una doppia alimentazione. Evidente che sia molto più conveniente utilizzare la benzina, ferma sotto gli 1,7 euro al litro».
Di modelli a metano di ultima generazione ce ne sono diversi, soprattutto di case tedesche. I proprietari si mettono le mani nei capelli. «Avevano acquistato l’auto uno o due anni fa pensando di risparmiare non poco e sfruttare il vantaggio di non pagare il bollo. Adesso si ritrovano con costi di gestione insostenibili – prosegue Festari –: d’altronde, se devono fare un po’ di chilometri non possono affidarsi solo ad un piccolo serbatoio di 7-8 litri per la benzina. Per parte nostra non possiamo farci nulla, come tutti i benzinai siamo in balia dei prezzi imposti dalle compagnie. Il metano a 4 euro è l’unico modo per non lavorare in perdita».
Nei mesi di giugno e luglio 2021 per la fornitura di gas per autotrazione, Festari aveva pagato 65 mila euro. Negli stessi mesi di quest’anno la bolletta è salita a 455.800 euro.
«Abbiamo appena compiuto 35 anni di attività – conclude Festari –: di momenti di difficoltà ne abbiamo vissuti diversi, ma mai ci eravamo trovati in una situazione tanto drammatica». Come uscirne resta un rebus, fermo restando che le organizzazioni nazionali che raggruppano i distributori di metano, si sono già rivolte al governo per chiedere di intervenire su questo settore.
Chi ha stazioni di servizio mono prodotto potrebbe essere costretto a chiudere nel giro di poche settimane. «Gli aumenti, a seconda delle materie, si aggirano intorno a cifre come il 40 o il 60%. Il metano, invece, ha visto il suo prezzo aumentare di dodici volte», sottolineano le organizzazioni di categoria. A livello di trasporto pubblico la situazione sembra più gestibile.
Nei territorio confinanti ci sono aziende pubbliche in grande difficoltà, ad esempio Brescia, dove i bus sono in stragrande maggioranza a gas.
In provincia, invece, Autoguidovie non risente più di tanto del problema legato al rincaro fuori controllo del metano. I pullman della flotta in servizio nel Cremasco e nelle altre aree del Cremonese, infatti, sono alimentati al 98% con alimentazione diesel. In molti casi si tratta di mezzi di ultima generazione, con motorizzazione euro 5 o euro 6. Gli effetti del caro carburanti sono dunque meno impattanti. Solo il Miobus, il pulmino a chiamata che effettua servizio a Crema e in diversi paesi del Cremasco, collegandoli appunto alla città, viaggia a metano. Si tratta di un mezzo a nove posti che ha dunque consumi più limitati rispetto al bus standard da oltre 50 posti a sedere.
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris